Quel che si vede da la Villa dell’Infinito

Villa Cimbrone dimora e ispirazione dei più importanti artisti storici e letterari da Catullo a Wagner, Lawrance, Forster, Woolf e tanti altri.

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«Ravello è un posto delizioso con un delizioso, piccolo hotel dove incontrammo persone piene di charme. Io, che prima e dopo di allora mi sono spostato per ammirare più dun bello scenario di natura, ne ho trovati tuttavia pochi che mi piacessero altrettanto.» Citazione di Edward M. Foster, premio Nobel per la letteratura.

Il celebre parigino è solo uno tra i tanti illustri personaggi che Villa Cimbrone nella magnifica Ravello ha ospitato. Potremmo definirla “ la perla” della Costiera Amalfitana. Allo stesso modo Villa Cimbrone rappresenta per Ravello il suo gioiello. Luminoso, perché raccoglie, sul promontorio roccioso cui si erge, tutto il respiro e i riflessi della natura che l’ abbraccia. Prezioso, per lo stupore dei turisti che osservano la sua vista mozzafiato a strapiombo sulla Costiera Amalfitana.

Un po’ di storia

Villa Cimbrone deve la sua magnificenza soprattutto al complesso che nell’ insieme rappresenta: è composta dall’ antico edificio principale e un parco secolare che si estende per circa sei ettari. Rappresenta l’ impronta più importante che la cultura romantica, paesaggistica e botanica anglosassone ha generato nell’ area mediterranea, tra la fine dell’ Ottocento e l’ inizio del Novecento. Ma già in epoca tardo romana Villa Cimbrone dal latino Cimbronium, il nome del promontorio sul quale sorgeva la vecchia villa romana, era un vasto podere con ricca vegetazione da cui si ricavavano dei legnami singolari per uso navale.

Questa florida ripresa della dimora storica è opera di Ernest William Beckett. Dopo un periodo di abbandono. Il lord inglese, afflitto per la scomparsa della amatissima, moglie decise di tornare a Ravello acquistando Villa Cimbrone nel 1904 con l’ obiettivo di renderla “ il luogo più bello del mondo”, antidoto contro la sua depressione. Il barone l’ aveva conosciuta durante il Grand Tour Europeo condotto in gioventù.

Le famiglie di Villa Cimbrone

Nel 1300, la Villa apparteneva alla nobile famiglia degli Acconciajoco, alla metà del secolo passò al nobile casato ravellese dei Fusco, imparentato con i Pitti di Firenze ed i D’Angiò di Napoli. I terreni limitrofi per la loro posizione strategica e la loro fertilità rappresentavano un possesso molto ambito.

I Fusco vollero rinnovare sia il carattere agricolo del giardino che l’ intera area di struttura di Villa Cimbrone seguendo gusti tipicamente classico-rinascimentale dominanti nelle corti di Napoli.

In seguito, la Villa divenne di Beckett come detto sopra. Ma è importante ricordare che nel restauro della Villa fu aiutato da Nicola Mansi, un cittadino ravellese conosciuto in Inghilterra. Il suo prezioso contributo si rintraccia nel progetto del giardino, ridisegnato elaborando le concezioni estetiche degli architetti e paesaggisti inglesi: diversi percorsi, dal viale dell’ ingresso monumentale, portano alla Terrazza del Belvedere.

Infine, a decorare l’ interno del giardino ci furono tempietti, statue marmoree e bronzee e padiglioni. All’ interno la torre centrale bizantina fu sostituita dall’ attuale Torre merlata, “ guardia” d’ ingresso.

L’ ultima ma non meno importante fu la famiglia Vuilleumier che, verso la fine degli anni Sessanta, diede impulso a un’ azione di recupero e tutela di uno dei più importanti beni culturali, in Campania. Poiché durante la Seconda guerra mondiale, la villa di proprietà inglese, fu sequestrata per un decennio.

Le 11 meraviglie di Villa Cimbrone

La terrazza dell’ Infinito

È una terrazza panoramica naturale che si apre sul golfo di Salerno da cui è possibile ammirare le più particolari insenature da Amalfi a Minori. La sua altezza vertiginosa sul mare crea una certa ebbrezza che è colmata dall’ incontro dei più variegati profumi: quello umido della vegetazione che incontra l’acredine salina, la fragranza dolce dei fiori e dei frutti, conforto per l’ anima.

La Terrazza dell’ Infinito non a caso, è stata definita come “ la terrazza più bella del mondo”.

«Mi fu chiesto da una rivista americana quale era il luogo più bello che io avessi mai visto in tutti i miei viaggi, e io ho risposto: il panorama del belvedere di villa Cimbrone in un luminoso giorno d’inverno, quando il cielo e il mare sono così vividamente azzurri che non è possibile distinguerli l’uno dall’altro.» Cit. Gore Vidal

Queste sono le dichiarazioni del musicista americano che visse per lungo tempo a Ravello testimoniando tutto il fascino di questo Belvedere. Soprattutto perché la Terrazza, che si apre dietro un tempietto con la statua di Cecere, è adornata da busti settecenteschi che le conferiscono un tocco magico.

Il viale dell’ Immenso

Alla Terrazza Belvedere si giunge percorrendo il viale dell’ Immenso, decorato nella sua parte iniziale da una fitta impalcatura di glicine. Procedendo all’ interno del giardino sotto una grotta è presente la statua di Eva mentre all’ esterno del sentiero si entra nel tempietto di Bacco.

Si nota che nel giardino si fondono tra loro elementi medievali e no. L’ artefice di quest’ opera è l’ inglese Vita Sackville-West che ha donato a questo luogo una ricchezza di colori e una grande profusione di odori grazie alle varietà di rose, alberi di noci, ninfee e salici piangenti. Vita Sackville-West, inoltre, è riuscita a creare un perfetto connubio tra natura e arte posizionando nel giardino elementi che rimandassero all’ antico con un omaggio al Rinascimento italiano in quanto vicino al roseto c’è la copia del David di Donatello.

Il Chiostro

Il Chiostro si trova appena varcato l’ ingresso. Accoglie con il suo maestoso stile arabo-siculo-normanno due colonne che sorreggono un arco e al di sopra di esse incombono due teste di cinghiale, richiamando lo stemma araldico di Lord Grimthorpe. In parte crollato poi ricostruito con elementi decorativi tra sacro e profano: i sette Peccati Mortali, i Nove Guerrieri Normanni, la Deposizione e infine una formella in ceramica di Luca della Robbia.

La Cripta

È un porticato in stile gotico costruito secondo il modello di un’ abbazia cistercense attraversata da archi. Realizzata agli inizi del Novecento e luogo di raduno del prestigioso Circolo londinese di Bloomsbury.

La statua di Cerere

Si giunge al tempio di Cerere, dea delle Messi, che con il suo padiglione a cupola su pennacchi sferici, segna la fine del viale e l’ inizio dell’ ingresso alla Terrazza dell’ Infinito. Per la sua posizione è denominata anche la “ Porta del Sole”.

Il Poggio di Mercurio

Imboccando un piccolo vialetto scosceso ci troviamo al Poggio di Mercurio, messaggero alato degli dèi. Qui si trova una copia in bronzo de l’ “ Ermes in riposo”, statua della scuola di Lispo, esposta al Museo Nazionale di Napoli. Procedendo al lato accanto a una quercia, un Poggio, sulla cui spalletta sorge una iscrizione inglese attribuita a Catullo: « Perduto al mondo nel quale agogno parte alcunasiedo solo e parlo con il mio cuore, soddisfatto del mio piccolo angolo di terra, contento di non sentire tristezza per la dipartita».

Il Tempietto di Bacco

Le fragranze della lavanda accompagnano lungo la discesa di scalette che conducono a un vialetto su cui vi si trova il Tempietto di Bacco, sorretto da otto colonne scanalate in stile dorico. Al centro su di un piedistallo, una rappresentazione in bronzo con un satiro che sorregge Bacco con i caratteristici grappoli d’ uva. Il Tempietto, opera di Lord Grimthorpe, fu realizzato come luogo che potesse raccogliere le sue ceneri preservandone la memoria.

La Grotta di Eva

Lungo il cammino ci troviamo di fronte a un antro naturale dove compare la statua di Eva in tutta la sua nudità. L’ opera marmorea è opera dello scultore bolognese Adamo Tadolini, allievo di Canova ed erede del suo “ studio per uso scultura” a Roma. Eva sembra voltarsi di sorpresa e quel timido gesto di avvicinare la mano al volto esprime tutti i sentimenti di inquietudine e di attesa. L’ abilità dello scultore è stata quella di rendere la superficie levigata e morbida in tutte le sue particolarità fino alle ciocche di capelli che arricchite di fiori, posano sulle spalle nude.

Il Terrazzo delle Rose

Un pergolato di glicine azzurro ci accoglie e ci introduce nel Terrazzo delle Rose. All’ interno delle aiuole crescono una pluralità di rose antiche, inglesi e francesi. Al centro è collocata una meridiana in pietra chiara ai cui lati esterni ci sono quattro statue ornamentali: Flora, dea dei Fiori e della Primavera, Leda con Cigno, Damosseno e Greucante, due lottatori. Anche qui ci richiama una certa aura di poesia, un sedile sulla cui spalletta vi è incisa la poetica iscrizione del persiano Omar Khayyam: « Oh luna della mia delizia che non conosce declino, la luna del cielo sta sorgendo una volta ancora, così, come sorgendo ancora in seguito, spierà attraverso questo stesso giardino, cercando noi, invano».

Il Tea Room

Il Tea Room è un giardino rettangolare con una maestosa fontana in marmo posto accanto al giardino delle rose che comprende un gazebo in stile moresco. Il giardino è incorniciato da un antico pozzetto in pietra, quattro colonne d’ epoca romana, due daini in bronzo, un sedile quadrato con colonnine e una conca di pietra con mostri marini.

Il Viale delle Ortensie

La visita con il Viale delle Ortensie volge al termine. Lungo questo viale, le Ortensie richiamano tramite un alone rinascimentale, l’ ispirazione delle ville medicee che si sviluppo entro un fitto pergolato sorretto da colonne circolari in cotto.

Alcuni degli ospiti noti che hanno vissuto Villa Cimbrone

L’ incanto di Ravello fu luogo di ispirazione per compositori, musicisti e scrittori da tutto il mondo:

  • Fu qui che Richard Wagner compose il II atto dell’opera Parsifal nel 1880 e D.H. Lawrence scrisse Lady Chatterley’s Lover (“L’amante di Lady Chatterley”) nel 1927.
  • Gore Vidal, il noto autore americano, visse e scrisse a Ravello per più di 30 anni, divenendo infine cittadino onorario.
  • Andre Gide, uno dei giganti della letteratura Francese del XX secolo, scrisse la sua prima novella a Ravello all’età di 31 anni e E.M. Forster, il grande novellista Inglese meglio conosciuto per A Passage to India (“Un Passaggio in India”), Howard’s End (“La Fine di Howard”) e A Room with a View (“Camera con Vista”), scrisse la sua prima storia breve, Story of a Panic (“Storia da Panico”) mentre risiedeva a Villa Episcopio.
  • I grandi lavori artistici di M.C. Escher, il famoso artista grafico olandese, furono pesantemente influenzati dalle lucertole e dalle decorazioni Moresche che scoprì durante la sua permanenza a Ravello.
  • Nei primi anni del Novecento, Villa Cimbrone acquisì fama come ritrovo di Virginia Woolf e di altri membri del London’s Bloomsbury Group, includendo John Maynard Keynes, il più famoso economista del Novecento.
  • Numerose leggende Hollywoodiane cercarono rifugio a Ravello.
  • Nel Febbraio del 1938, la riservata Greta Garbo fuggì a Hotel Villa Cimbrone con l’intenzione di sposare Leopold Stokowsky, il compositore che scrisse e condusse la colonna sonora di Fantasia di Walt Disney.
  • Nel 1953, il film Beat the Devil fu filmato a Ravello. La sceneggiatura fu scritta sul posto da Truman Capote, e il cast, che comprendeva Humphrey Bogart, Gina Lollobrigida, Jennifer Jones, Robert Morley, e Peter Lorre, alloggiava all’Hotel Palumbo.

Oggi, Ravello è una famosa destinazione di matrimonio per le rock stars e le celebrità di Hollywood.

Fonte dell’ articolo: ravello.com

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