Struffoli napoletani, il dolce natalizio più amato

Fritti, aromatizzati all'anice e ricoperti di miele, gli struffoli sono un simbolo delle feste in Campania

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La cucina è il posto in cui si custodiscono secoli di storia e origini di ricette tramandate da generazioni. Le specialità natalizie, i dolci in questo caso, non sfuggono a questa regola. Tra i fornelli si incontrano le tradizioni, si sposano i sapori più svariati ma soprattutto si narrano storie di piatti che, con sufficienza,  diamo per scontati. Ogni specialità dolciaria, aggiunge qualcosa del proprio territorio e lo rappresenta, gli struffoli non sfuggono a quanto appena scritto. Fritti, aromatizzati all’anice e ricoperti di miele, gli struffoli sono un simbolo delle feste in Campania. Il nome “strufolo” deriva dal verbo “strofinare”, che è il gesto che si compie quando si arrotola l’impasto per dargli la forma di cilindro.

Origini del dolce natalizio più amato

I dolci di Natale napoletani sono perfetti per tradurre in golosità il clima di familiarità e dolcezza tipico delle festività natalizie. Tra quelli regionali, infatti, i napoletani sono tra i più conosciuti e apprezzati: struffoli, roccocò, mostaccioli, cassata napoletana, susamielli. Tutte leccornie da provare nel periodo delle feste.

Si tratta di un modesto dolce proveniente dalla Grecia, dove venivano chiamati strogulos. Letteralmente significa “impasto sferico”. Si tratta in realtà di morbide palline di pasta dolce, fritte in olio bollente (in origine strutto), poi si aggiunge miele e si cospargono di frutta candita e confettini colorati. Un tempo, a Napoli, monache di diverse confessioni preparavano gli struffoli nei rispettivi monasteri. Poi li offrivano in dono, durante il periodo natalizio, a quelle famiglie nobili note per compiere azioni di beneficenza verso i più bisognosi. Sono probabilmente la specialità natalizia napoletana per eccellenza. Un connubio perfetto tra il miele e la palline fritte. Assaggiare per credere.

Gli ingredienti magici

La ricetta degli struffoli è semplice ma laboriosa. La loro “magia” risiede nella semplicità degli ingredienti che, combinati con maestria, creano un capolavoro di dolcezza. Farina, uova, miele e scorza d’arancia si fondono insieme per formare una pasta elastica, dalla quale vengono ricavati i caratteristici pallini di struffoli. La loro forma tonda e la consistenza leggera li rendono irresistibili. Il gusto degli struffoli è una sinfonia di dolcezza, con il miele che conferisce una nota ricca e la scorza d’arancia che aggiunge un tocco di freschezza. Ogni boccone è un viaggio nel passato, una connessione con le radici e le tradizioni che rendono unico il patrimonio gastronomico napoletano.

Decorazione e presentazione

Gli struffoli napoletani sono un dolce molto scenografico. Non sono completi senza la loro decorazione distintiva. Dopo la frittura, vengono ricoperti generosamente con miele e poi decorati con canditi colorati, confettini e zuccherini. La presentazione è fondamentale e spesso vengono disposti a forma di montagnetta su un piatto, creando un’immagine visivamente accattivante. Oltre alla ricetta tradizionale, esistono numerose varianti degli struffoli napoletani. In alcune zone, ad esempio, vengono aggiunti all’impasto anche pinoli, mandorle o uvetta. Altri aggiungono alla copertura di miele anche crema pasticcera o crema di limone.

Una tradizione secolare

Gli struffoli napoletani sono più di un semplice dolce, sono un simbolo di condivisione, tradizione e amore familiare. Questi piccoli bocconcini dorati sono il risultato di secoli di passione per la cucina e testimoniano la ricchezza culturale che rende unica la città di Napoli. La loro preparazione è un rituale che coinvolge spesso l’intera famiglia. Le mani esperte dei nonni insegnano ai più giovani l’arte di lavorare l’impasto e di formare i piccoli pallini. Il profumo avvolgente di miele e arancia riempie la cucina, creando un’atmosfera accogliente e festosa. Che siano gustati nelle festività o durante tutto l’anno, gli struffoli continuano a deliziare i palati e a tramandare una delle tradizioni culinarie più dolci d’Italia. Il nome “strufolo” deriva dal verbo “strofinare”, che è il gesto che si compie quando si arrotola l’impasto per dargli a forma di cilindro.

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