Alla scoperta di Greci, paesino albanese di Avellino

Greci, nella provincia irpina di Avellino, è un comune di soli 360 abitanti in cui si conservano le antiche tradizioni degli arbëreshë, comunemente noti come “gli albanesi d’Italia

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Sii turista della tua città e in questo caso, della tua regione.

Questa è una frase che dico spesso perché oggigiorno, la maggior parte delle persone è impegnata a cercare le mete più ambite dell’estero, senza accorgersi di quante bellezze ci riserva la nostra bellissima Campania.

Una di queste è il paesino di Greci, nella provincia irpina di Avellino.

Storia

Ma qual è la storia di questo posto che sembra essere resistito al tempo e che è rimasto cristallizzato in un’atmosfera mitica e arcaica?

Ebbene: le prime notizie sul posto si hanno intorno al VI secolo, quando il luogo era popolato da bizantini, che vi costruirono un centro fortificato per difendere i confini (ruderi di quel tempo sono ancora oggi visibili). Nel 535, l’imperatore di Costantinopoli, Giustiniano, ordinò al generale Belisario di fondare colonie greche, tra cui appunto questa, da cui il nome, nome che quindi compare solo a partire dalla suddetta data.

In seguito, la colonia fu distrutta dai Saraceni nel 908 e ricostruita da Pandolfo II, principe di Benevento, nel 1039.

Furono successivamente i normanni ad appropriarsene dopo il loro arrivo in Italia, nel 1221.

Dopo anni di vessazioni e soprusi, nella seconda metà del XV secolo, ecco l’immigrazione di popolazioni albanesi provenienti dai Balcani meridionali, i nostri arbëreshë, il cui condottiero, Skanderberg, aiutò Ferdinando d’Aragona a sconfiggere Giovanni d’Angiò. Una truppa di soldati albanesi rimase ai confini per salvaguardia.

Tutt’ora si preserva la lingua e la cultura arbëreshë, il che è davvero affascinante.

 

Ma cosa c’è da visitare?

Sicuramente la Chiesa di San Bartolomeo della Chiesa, costruita a fine Seicento, che presenta una facciata interamente in pietra locale e dove si può ammirare il campanile a tre livelli, visibile da ogni punto.

Ancora, nel centro storico, sono rimasti i ruderi del VII-IX secolo e questo consente di percorrere un vero viaggio indietro nel tempo.

Per gli amanti della storia e dell’arte si consiglia il Palazzo Lusi, un museo che conserva alcuni reperti datati a partire dal 1999.

Ma non mancano le passeggiate al verde, come al Monte Cervo, dove ci si può rilassare a riva di un lago, o a Breggio, dove vi fu il primo insediamento di arbëreshë e quindi le prime “halive”, che tradotto significa capanne, case in pietra e con il tetto in legno e tegole, case basse e tutte vicine tra loro, adibite anche come ricovero per animali e in questo caso, si respira l’aria della collina immersa nella natura.

 

Curiosità

Greci è l’unica comunità albanofona della Campania.

Una delle caratteristiche del posto era l’attività delle filatrici con fuso, con cui le donne trasformavano materiale grezzo in lana sottile, creando un filo che a sua volta andava a formare un gomitolo. Tale attività  serviva per realizzare abiti, coperte, indumenti intimi, etc…

Tradizioni

Il Giovedì Santo venivano coperte le statue delle chiese, nonché gli altari e le campane in segno di lutto e si posizionava un sepolcro sotto il Crocifisso. Le donne seminavano ceci, grano e piselli in cassette riposte al buio e quelle in cui si germogliava venivano portare in chiesa. Tutto diventava una sorta di gara a chi creava il sepolcro più bello! Le piantine poi, venivano distribuite ai contadini che le spargevano nei campi per benedirli.

 

E voi, cosa aspettate a visitare Greci?

 

Fonti: Albanianews.it, www.comune.greci.av.it, l’OcchiodiAvellino, Visita Greci, Paesaggi irpini.

Foto: Albanianews.it

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