Antichi reperti di epoca romana possono trovarsi anche nelle periferie delle grandi città. È quello che succede a Ponticelli, periferia Est della città di Napoli, dove è stata riportata alla luce la villa di Caius Olius Ampliatus.
L’edificio era stato ritrovatonel 1985, ma i lavori per riportarlo definitivamente alla luce sono iniziati solo fra il 1986 e il 1987 e, successivamente, proseguiti nel 2007.
Il ritrovamento
Ma come si è arrivati alla scoperta di questa villa romana?
Anni ’80: il terremoto dell’Irpinia aveva portato distruzione anche nella città di Napoli e si necessitava di trovare aree edificabili, in periferia, per poter dare nuovi alloggi agli sfollati del centro città. L’edilizia post terremoto, specie nella zona Est di Napoli (ed in particolare a Ponticelli) è stata una delle più presenti e, proprio durante uno degli scavi per la costruzione di questi edifici, è venuta alla luce la villa del patrizio romano. Ovviamente, un ritrovamento di questa importanza portò a Ponticelli numerosi enti autorizzati: dalla Soprintendenza, al Ministero dei Beni Culturali, fino ad archeologi e studiosi che diedero l’avvio agli scavi per riportarla alla luce.
Una villa rustica di una bellezza straordinaria, che si estende su uno spazio di circa 2000 metri quadri. Secondo gli archeologi, disponeva anche di un portico colonnato per dividere la zona abitativa da quella di deposito: si pensa, infatti, che avesse anche dei locali destinati alla produzione e conservazione di olio e vino.
Gli ambienti
Dallo studio degli ambienti fatto dagli archeologi, delimitando quelli destinati alla produzione del vino, fu ritrovata al loro interno una vasca per la fermentazione del mosto. Negli altri ambienti delineati, invece, furono scoperti torchi e vasche per la produzione dell’olio ed anche un luogo destinato alla produzione del pane. Questo ci fa capire come quella di Caius Olius Ampliatus fosse davvero una villa rustica nel pieno e nel mezzo della campagna napoletana a ridosso del Vesuvio.
Un ulteriore accorgimento storico: si pensa che la villa sia di piena epoca romana e che sia stata distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., come ci è anche testimoniato dal ritrovamento del cadavere di un uomo sepolto dalla lava nei suoi sotterranei.
Ma come è stato possibile individuare il nome del proprietario?
Come per gli scavi di Ercolano e Pompei, anche qui, oltre a ciò che resta della struttura muraria, sono venuti alla luce suppellettili e oggetti personali che appartenevano a chi abitava i locali, tra cui un anello con il sigillo dell’ultimo proprietario della villa, un certo Caius Olius Ampliatus, appunto. Il gioiello fu ritrovato proprio addosso al cadavere sopracitato.
La villa romana oggi
Oggi, la villa romana ha trovato il suo posto all’interno del Lotto O di Ponticelli (si trova, infatti, in via Decio Mure, ad angolo con via Della Villa Romana, nei pressi del nuovo Ospedale del Mare): totalmente riportata alla luce, è stata recintata e, sul muro di cinta costruito per la sua protezione, è stato dipinto un grande murales, proprio per raccontare l’intera storia del sito archeologico. L’opera è di Paolo ShaOne Romano (co-fondatore del gruppo rap “La Famiglia”), eseguita con la direzione dell’osservatorio INWARD.