La grotta di Cocceio
Una misteriosa e bellissima galleria che collega Cuma col lago d'Averno
Si tratta di una galleria di epoca romana ideata per scopi militari. Era infatti importante in quanto collegava Cuma con il lago d’Averno e il lago Lucrino. Progettata dall’architetto e ingegnere Lucio Cocceio Aucto nativo della stessa Cuma. Da lui prende il nome. Sotto il governo di Augusto la galleria perde la sua natura militare e viene destinata ad uso civile. Nel corso del tempo il tunnel cadde nel dimenticatoio. Furono i Borboni a darle nuova vita grazie ad un progetto di bonifica della zona cumana. Durante la seconda guerra mondiale servì come deposito di munizioni e per questo fu fatta brillare dai tedeschi in ritirata. I danni causati furono notevoli. Bisognerà aspettare i giorni nostri per vederla riaperta al pubblico.
Le sue caratteristiche
Il passaggio è completamente scavato nel tufo del monte Grillo, si protrae per circa un chilometro ed ha uno sviluppo rettilineo con leggera pendenza. La larghezza della grotta è tale da permettere il passaggio di due carri. Luce ed aria sono assicurati dalla presenza di alcuni pozzi. E’ presente anche una grande cavità alta 37 metri generata dallo scoppio causato dai tedeschi. E’ chiamata camera di scoppio. I detriti causati dallo scoppio sono stati rimossi dopo tantissimo tempo. In modo parallelo alla galleria carrabile, sul lato settentrionale, si trovava un acquedotto sotterraneo, anch’esso provvisto di nicchie e pozzi verticali, per il fabbisogno idrico del porto. Occorre inoltre dire che non è ricoperta per quasi tutta la lunghezza. Solo per un breve tratto di circa trenta metri lo era. Si trattava di un volta in muratura, uno dei tipi fondamentali di copertura architettonica. Tale volta è poi collassato col tempo.
La caverna e Virgilio
Questa via sotterranea è così affascinante che risulta attendibile l’ipotesi che Virgilio, a cui era di sicuro nota, ad essa si sia ispirato nel raccontare la grotta dell’Ade nel noto passo dell’Eneide in cui la Sibilla accompagna Enea verso gli inferi. C’è ancora un’altra leggenda legata all’illustre poeta latino tanto legato alla città di Napoli. Fu qui infatti che decise di essere sepolto. La credenza popolare contribuì ad alimentare e divulgare l’immagine del profeta indovino e mago. Tra le più strane e singolari leggende vi è quella in cui si narra che fu Virgilio stesso a creare la grotta in una sola notte.
La grotta della Pace
Progressivamente sotterrata nel Medioevo, torna alla ribalta nel Rinascimento, grazie agli scavi del cavaliere spagnolo Pietro della Pace. La leggenda locale narra che questi dilapidò i propri beni nella ricerca di un presunto tesoro lì nascosto, seguendo le diciture di maghi e chiromanti. In verità, Pietro, che era una sorta di tombarolo in grande stile, che si arricchì senza ritegno grazie ai saccheggi effettuati nelle rovine di Cuma antica. Ancora colma di reperti preziosi, rivendute ai collezionisti di tutta Europa, agli inizi del XVI secolo. Il cavaliere si improvvisò speleologo, perlustrandola da un estremo all’altro.
I pipistrelli
C’è un’altra caratteristica della grotta di Cocceio, o Grotta della Pace, la cui l’opera è la più maestosa di ingegneria militare e civile che i Romani abbiano eseguito come viabilità sotterranea. Ci riferiamo alla presenza di una colonia di pipistrelli molto rara. Se ne contano circa 400 e non ce ne sono altri nella zona circostante. Si cerca quindi un modo di far convivere i pipistrelli stessi, che occorre tutelare in maniera imprescindibile, con l’afflusso di turisti al sito. Un’apertura al pubblico senza tenerne conto infrangerebbe la legge. Non devono essere visti come un ostacolo, ma bensì un motivo in più per visitare la grotta. Studi al riguardo sono ancora in atto. Gli stessi lavori di restauro hanno subito ritardi.