Le porte della bellissima Napoli. Permettevano l’accesso alla città

Sono quattro ed esistono ancora: grandi e antiche

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Napoli conserva ancora oggi 4 antiche grandi porte cittadine, un tempo erano quelle della città circondata da mura. Si tratta di Port’Alba, Porta San Gennaro, Porta Nolana e la magnifica Porta Capuana. In passato ce n’erano più di 25 e in un determinato lasso di tempo tutte avevano affreschi di Mattia Preti, uno dei maggiori artisti del ‘600. Le porte rappresentavano l’unico modo per accedere in città (e al suo centro) superando le mura difensive. Oggi le entrate e le antiche mura della città sono quasi sparite, ne restano però ancora alcune che rievocano l’antico splendore di Napoli.

L’accesso alla città

Facilmente riconoscibili, le vecchie entrate sono quelle di Porta San Gennaro, che un tempo definiva l’accesso alla città, in quanto la zona della Sanità era esterna alle mura cittadine. C’è poi Porta Nolana, situata nell’omonima piazza non lontana dalla stazione centrale, da quella della vesuviana e infine dall’ex stazione Bayard che è la prima in Italia. Porta Capuana, che è la più imponente, prende il nome dal vicino Castel Capuano e determinava il perimetro delle mura aragonesi le cui rovine sono tutt’ora visibili. Infine a ridosso di piazza Dante c’è Port’ Alba, la più recente e centrale.

Gli affreschi di Mattia Preti

Uno dei maggiori artisti del ‘600, realizzò ben sette(tante erano le porte rimanenti) affreschi verso la metà del secolo. Il pittore giunse a Napoli dalla Calabria, una guardia non lo voleva far entrare in città a causa dell’epidemia e lui la uccise. Incarcerato e condannato a morte fu poi graziato dal viceré. Preti allora realizzò gli affreschi e solo uno è arrivato ai giorni nostri. Si tratta di quello sulla Porta San Gennaro dove sono raffigurati la Madonna col Bambino, i Santi Gennaro, Rosalia e Francesco Saverio.

Porta Capuana

Costruita verso la fine del XV secolo, è la più imponente e prende il nome dal vicino Castel Capuano. Determinava il perimetro delle mura aragonesi le cui rovine sono tutt’ora visibili. Delimita un percorso attraverso il quale si può capire il sistema difensivo dell’epoca. Il tragitto conduce fino a Cesare Rosaroll. All’incrocio con via Foria ci sono tutt’ora delle torri. Le mura aragonesi si univano al perimetro già esistente, che arrivava fino a via Foria e da qui a Porta San Gennaro, da qui giungeva a Port’ Alba.

Porta San Gennaro

Costruita all’inizio del X secolo, è la più antica tra quelle esistenti. L’attuale posizionamento non è quello iniziale, la porta infatti è stata più volte dislocata in base all’evoluzione della cinta muraria. Il suo nome deriva dal fatto che da essa iniziava il cammino, al di là delle mura, che portava alle catacombe  di San Gennaro, che si trovano a  Capodimonte. Sulla porta è ancora visibile l’affresco(l’unico rimasto) dove sono raffigurati la Madonna col Bambino, i Santi Gennaro, Rosalia e Francesco Saverio.

Port’ Alba

È la porta cittadina più famosa e la più recente. Costruita nel 1625 per volontà del doge Don Pedro, Antonio Alvarez di Toledo, il duca d’Alba, si deve a lui il nome della porta. Costruita in quella che oggi è Piazza Dante, nel passato era conosciuta come largo Mercatello, il piccolo mercato, per distinguerla dal grande mercato di Piazza Mercato. Il suo scopo era proprio quello di favorire l’uscita della gente diretta al Mercatello. Quella che si ammira oggi è la vecchia porta restaurata nel 1797.

Porta Nolana

Costruita in stile rinascimentale nel XV secolo dall’architetto e scultore Giuliano da Maiano. È caratterizzata da un arco circolare in marmo tra due torri. Si tratta di una porta secondaria pensata per permettere l’ingresso a chiunque arrivi (o voglia recarsi) dai comuni del vesuviano. Per la sua adiacenza al mare, Porta Nolana è sede di un notissimo mercato del pesce chiamato, “Ncopp’e mura”. Specialmente gremito e caratteristico durante le festività natalizie.

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