Il Tempio di Apollo, guardiano del Lago d’Averno

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A pochi passi dalla città di Pozzuoli è possibile ammirare il Lago d’Averno, uno specchio d’acqua salata, profondo al centro ben 34 metri, formatosi in uno dei moltissimi crateri appartenenti a vulcani, ormai spenti da tempo (circa 4000 anni), che caratterizzano tutta l’area dei Campi Flegrei; nella zona, inoltre, è possibile trovare anche altri tre laghi: Miseno, Lucrino e Fusaro (quest’ultimo l’unico di dimensioni maggiori dell’Averno).

La bocca dell’Inferno

L’appellativo “d’Averno” o “Avernus” deriva dal greco άορνος che vuol dire “privo di uccelli”; in passato, infatti, si dice che le acque del lago esalassero gas tossici che impedivano la vita dei volatili nei suoi pressi. Il termine “Averno”, però, è anche sinonimo di “inferno“: è proprio questo specchio d’acqua, in effetti, che Virgilio, nel libro VI dell’Eneide, designò come ingresso degli inferi, necessario ad Enea per accedere all’oltretomba; a testimonianza di ciò, sulle sponde, è possibile scorgere una lapide con incisi alcuni versi tratti dall’opera:” Spelunca alta fuit vastoque immanis hiatu, scrupea, tuta lacu nigro nemorumque tenebris”, ossia “C’era una grotta profonda e immensa per la sua vasta apertura, rocciosa, protetta da un nero lago e dalle tenebre dei boschi”.

La Grotta della Sibilla

Il luogo più famoso tra quelli che vanno ad arricchire la mitologia circostante il lago è, probabilmente, la Grotta della Sibilla, che non va confusa con l’Antro Cumano. Si tratta, in realtà, di uno stretto tunnel, con piccole nicchie sulle pareti destinate, probabilmente, ad ospitare delle torce, che arriva al Lago Lucrino. Più o meno nel mezzo è possibile accedere a delle scale che conducono ad alcune stanze sotterranee, camere che, in realtà, erano ambienti termali considerati il luogo una volta abitato dalla Sibilla, oracolo e somma sacerdotessa del Dio Apollo; il bradisismo le ha attualmente riempite di acqua e rese inaccessibili.

Il Tempio di Apollo

Sebbene meno nota della Grotta della Sibilla, sulle sponde del lago sorge un’altra struttura restaurata nel 2012 e che, fino all’anno scorso, risultava completamente sommersa dalla vegetazione: il Tempio di Apollo. Queste rovine, sebbene attribuite da sempre dalla tradizione popolare ad un tempio in onore del dio del sole, ricollegandosi anche al culto della sibilla cumana che ne era sacerdotessa, più verosimilmente costituivano un’ampia sala termale che sfruttava le fumarole del lago. L’intera struttura era coperta da una cupola, ormai completamente crollata, il cui diametro era di 38 metri, pochi in meno addirittura rispetto al ben più noto Pantheon di Roma; una serie di finestroni arcuati circondano il piano superiore mentre al piano sottostante troviamo otto nicchie, quattro semicircolari e quattro rettangolari, una delle quali aperta verso il lago.

Sebbene le rive dell’Averno siano aperte alle visite, il Tempio di Apollo è visibile esclusivamente dall’esterno e la struttura, almeno per il momento, non è visitabile.

1 Commento
  1. […] Come già illustrato nel testo, Miseno era figlio del dio dei venti, Eolo, e fedele compagno di Enea, al cui fianco combatteva, sia con le armi che con la tromba. La morte del trombettiere dei troiani era stata già prevista dalla Sibilla, il misterioso oracolo di Cuma, come necessario sacrificio per permettere l’accesso di Enea all’Ade, la cui porta si trovava nel Lago d’Averno. […]

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