Il sentiero Apprezzami l’Asino

Le leggende legate al sentiero che univa Sapri a Maratea

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La baia di Policastro è un’insenatura del mare Tirreno che tocca le rive di tre province, Cosenza in Calabria, Potenza in Basilicata e Salerno in Campania. Proprio in provincia di Salerno, nel punto più a sud, si trova Sapri, che si affaccia sul bellissimo golfo, molto famosa soprattutto in estate, tanto da aggiudicarsi da diversi anni la bandiera blu. Il riconoscimento assegnato ai paesi costieri per i servizi offerti e per la qualità del mare e delle spiagge. La ridente cittadina non è solo famosa per le bellezze naturali appena descritte o per la famosa statua della spigolatrice, ma anche per la presenza di un sentiero bello e caratteristico, tanto nel tragitto che nella leggenda a lui legata.

L’origine del nome

Il sentiero in questione si chiama Apprezzami l’Asino. Il particolare nome, in origine “Apprezzamm u’Ciucc'”, è dovuto ad un racconto tanto strano quanto triste. All’inizio del secolo scorso, tale passaggio, era il solo a collegare Sapri e Maratea, ed era un passo fondamentale per lo scambio di merci trasportate dagli asini. Sfortunatamente la stradina in alcuni punti è molto angusta e ripida e le povere bestie non riescono ad indietreggiare. Pertanto, quando due asini si incontravano in uno di questi punti, l’animale e il carico venivano valutati. Il proprietario dell’asino dal valore minore, veniva rimborsato con la metà del valore stesso, in cambio gettava sia il povero animale che il carico giù dal dirupo.

Il tragitto lungo il sentiero Apprezzami l’Asino

La stradina in questione collega le località di Sapri e Maratea. Il tragitto, seppur bellissimo, in quanto costeggia il mare con strapiombi su quest’ultimo, è tanto pericoloso quanto mozzafiato. Il percorso di andata e ritorno è lungo 10 chilometri e sono comprese alcune discese al mare, tratti molto stretti ed è abbastanza impegnativo. Il percorso parte dal porto di Sapri, dove si trova una scala che conduce ad una meravigliosa terrazza panoramica con vista sulla baia di Sapri e sul monte Bulgheria. La prima parte del percorso è molto facile, con molti punti in cui è possibile rifocillarsi. La prima meraviglia che si trova lungo il percorso è  la Torre di Capobianco, una delle tante torri saracene costruite nell’Italia meridionale. La torre si erge sopra il sentiero e devi guardare attraverso gli alberi per vederla.

Lo scoglio dello Scialandro e la statua della Spigolatrice

Proseguendo lungo il sentiero, ammirando il mare, si può vedere lo scoglio dello Scialandro su cui è adagiata la statua della Spigolatrice. Questo scoglio è associato a delle leggende sulla Baia di Policastro. Nell’VIII secolo A.C. una nave greca  naufragò in zona. Ci fu un solo superstite, il quale riuscì a salvarsi appoggiandosi su uno scoglio  a lui intitolato in seguito,  Scialandro appunto. Questa persona fu adottata dai residenti locali, divenne il capo del villaggio salvandolo da un attacco di un’altra nave greca. Scialandro morì durante la battaglia. La statua della Spigolatrice è stata posta  nel 1994 per rievocare le imprese eroiche di Carlo Pisacane a Sapri. Il monumento è in bronzo.

Verso la Basilicata

Proseguendo la passeggiata si attraversa un tratto asfaltato e un ampio sentiero fino alla costa, non lontano dallo scoglio dello Scialandro. Tornando al percorso originario, in località Grotta di Cartolano, il sentiero comincerà a restringersi, con alcune deviazioni verso il mare, divenendo più difficoltoso. Il percorso è un continuo alternarsi di spiagge, dirupi e splendide vedute. Ci siamo quasi, la Basilicata non è lontana. L’ultimo tratto è il Passaggio di Mezzanotte, con il relativo canale, vero punto di confine tra le due regioni e la torre saracena che difendeva il limite marittimo del Regno. Lo spettacolo è assicurato, la natura è l’attrice principale.

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