Penisola Sorrentina e la maledizione di Villa Nicolini

Una villa da sogno o da incubo? La maledizione di Villa Nicolini sembra non fermarsi mai.

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La penisola sorrentina è una delle meraviglie della nostra Campania. Un territorio che affaccia sul mar Tirreno, ricco di bellezze, nonché una della principali mete turistiche, fra Napoli e Salerno.

Le attrazioni sono varie. Sorrento rappresenta sicuramente la punta dell’iceberg,  famosissima per il suo panorama e per il cibo (scopri gli gnocchi alla sorrentina). Ma c’è dell’altro.

La bellezza di questo territorio si è arricchita negli anni attraverso storie originali e strutture straordinarie. Numerose sono le abitazioni, spesso ville, che possiamo ammirare: luoghi privati dove per apprezzare ancora di più il panorama e tutta l’atmosfera unica.

Fra questa ville una in particolare merita attenzione, sia per la sua posizione sia per una maledizione di cui è protagonista.

Villa Nicolini

Secondo una certa letteratura, le maledizioni ed i fantasmi appartengono a luoghi freddi e cupi. Quando si parla della penisola sorrentina, infatti, non si è soliti parlare di fantasmi e maledizioni. Eppure in un posto per niente freddo e cupo troviamo una villa particolare: Villa Nicolini.

Quella che può sembrare una delle classiche ville con un panorama strepitoso ed un atmosfera da sogno, in realtà sembra poter essere un’incubo.

Siamo a Sant’Agnello, un comune della città metropolitana di Napoli con meno di 10000 abitanti.

Com’è intuibile, si tratta di un piccolo centro della costiera sorrentina, fra Piano di Sorrento e Sorrento. Sant’Agnello è diviso in cinque rione: rione Angri, rione Colli di Fontanelle, rione Maiano, rione Tordara-Trasaella e rione Cappuccini.

In quest’ultimo, nell’omonima via dei Cappuccini, è situata Villa Nicolini, a pochi passi dal celebre Hotel Cocumella luogo d’eccellenza che ha ospitato il Duca di WellinghtonGioacchino Murat e George Gordon Byron. 

Questa villa è stata edificata nel 1920 da Giovanni Nicolini, scultore nato a Palermo nel 1872 e trasferitosi dopo il matrimonio in Penisola.

Intorno alla metà del XX secolo lo scultore cedette la proprietà della villa dando inizio ad un lungo calvario fino a  cadere nell’oblio, con conseguente decadimento sia delle parti esterne che degli ambienti interni.

Per un breve lasso di tempo la Villa è stata di proprietà dei padri Cappuccini, espropriati poi dal comune nel XVIII secolo. A partire da questo momento, sembra ci sia un tremendo sortilegio inflitto proprio dai monaci sfrattati.

Celebre è la storia della famiglia Parlato.
La padrona di casa voleva  ristrutturare il giardino cambiando la posizione della statua di San Francesco situata al suo interno.

I capomastri però presentavano delle perplessità e tentarono di farle cambiare idee, proprio in virtù della maledizione. La decisione era ormai stata presa ed all’improvviso arrivò la notizia della morte della padrona di casa.

A questa storia però bisogna aggiungere anche un altro dettaglio, ovvero la struttura della villa. Al centro di essa troviamo una stanza circolare, priva di finestre e decorata con delle “mani aperte”. Qual è il significato dietro queste decorazioni? Nel mondo arabo simboleggiano la morte, possa essere questo un altro indizio?

Fino al 2012 il custode comunale è stato l’unica persona ad occuparsi della villa. Dopo la sua morte, la villa è stata venduta all’asta ad un magnate russo: Jorgy Banjamov.

Il nuovo proprietario ha speso 5milioni e 400mila euro solo per strapparla all’intraprendente Kamilla Dzhanashiya che da Parigi compra e vende le più belle ville della Penisola.

I rubli russi sembrano aver esorcizzato anche le antiche maledizioni? Sembra di no. Nel 2016 il proprietario è stato arrestato infatti per bancarotta. 

Si potrebbe parlare di coincidenze, piuttosto che di maledizioni. A ognuno la sua scelta, sicuramente dar credito alla seconda opzione rende ancora più magica e particolare l’atmosfera della penisola sorrentina. Al di là di tutto, un posto dove passare l’estate.

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