Le statue dei sette dormienti di Efeso e la loro misteriosa storia

Conservate ad Angri, sono uniche in Italia

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In Campania, precisamente ad Angri, si trovano delle statue in cartapesta. Un gruppo unico in Italia, non vi sono infatti altre statue o disegni che li rappresentino. Stiamo parlando dei sette dormienti di Efeso. Un’opera risalente alla prima metà del VII secolo. Come detto all’inizio, sono custodite nella cittadina che si trova in provincia di Salerno. Nessuno sa come vi siano arrivate né chi sia l’autore. Certo è che sono idolatrati come Santi sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa. A loro è legata anche una bellissima leggenda.

La leggenda

Tutto inizia verso il 250. Il grande nemico dei cristiani, l’imperatore Decio, durante il suo viaggio verso l’Asia, iniziò  a perseguitarli mettendo in prigione tutti quelli che non si convertivano al paganesimo. Furono così chiamati anche sette giovani di Efeso (Costantino, Dionisio, Giovanni, Massimiano, Malco, Marciano e Serapione). La città era dapprima nota grazie al Tempio di Diana, in seguito famosa  per l’adorazione alla Madonna. Mentre li interrogavano, i giovani riuscirono a scappare e si nascosero in una caverna. Tuttavia, li trovarono e, per disposizione dell’imperatore rinchiusi vivi. Due autorità, segretamente cristiane, lasciarono una teca nella quale si trovava una tavoletta incisa coi sette nomi e la loro vicenda. I ragazzi non avevano altra scelta che aspettare la morte in grazia di Dio. Si stesero quindi sul suolo ma crollarono in un sonno profondo e inaspettato.

Il risveglio

Quando si svegliarono, videro dei volti sorpresi che li scrutavano. In pratica la parete della grotta costruita per farli morire fu buttata giù da un pastore che voleva ricavare uno spazio per i suoi animali. I sette, convinti di essersi addormentati il ​​giorno prima, chiesero se fuori fosse ancora pericoloso. Uno di loro si recò in città per cercare qualcosa da mangiare. Con suo grande stupore si accorse che era tutto cambiato. C’erano simboli della cristianità e i soldi che aveva non erano più validi. Fu portato dal Vescovo, che dapprima non gli credette, ma poi si recò con il ragazzo e altri uomini alla grotta. Finalmente tutto era chiaro, i sette si erano addormentati per due secoli. Si trovavano nel 450 e l’imperatore era il cristiano Teodosio. Quando morirono vennero sepolti nella caverna dove furo ritrovati e sulle loro tombe si edificò una chiesa.

Il loro significato

La storia dei sette dormienti di Efeso accomuna una serie di significati e religioni diversi. Si inizia con il ricordo dei martiri cristiani perseguitati dagli imperatori romani. Le testimonianze ad opera di pellegrini di ritorno dalla Terrasanta. I racconti di due grandi uomini di chiesa che riguardano i santi cristiani. Il riferimento ai temi del Corano attraverso la Sura legata al mito delle caverne. La credenza nella risurrezione dei morti, il dialogo tra diverse religioni e il significato delle immagini. Anche se nato in Turchia, l’Italia custodisce delle testimonianze della devozione ai Sette Santi Dormienti. Questi testimoniano la risurrezione. Non è un caso che ciò sia avvenuto alla vigilia di Pasqua. Lì dove furono sepolti si costruì una chiesa. Negli anni, gli scavi di Efeso hanno portato alla luce le rovine della stessa e un centinaio di tombe. Sulle pareti della prima e sulle tombe, ci sono testi che narrano della storia dei sette dormienti venerati come santi dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.

La Cappella Pisacane

Nella bella e poco conosciuta chiesa dei SS. Cosma e Damiano, situata invia di Mezzo, sono esposte, in una vetrina di cristallo, le statue dei sette santi dormienti di Efeso. Sono vestiti da combattenti romani con armature di latta su vesti rosse e gialle. La cappella, edificata per desiderio del nobile Baldassarre Pisacane, nel corso del tempo è stata vittima di diverse disavventure. Il terremoto del 1980 danneggiò infatti la cappella, anche se lievemente. In seguito, altri avvenimento hanno contribuito alla chiusura della stessa per un lungo periodo. La Chiesa cattolica li celebra il 27 giugno; la Chiesa ortodossa il 4 agosto e il 22 ottobre

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