Il borgo di Pietravairano: la “piramide” di Caserta
Pietravairano è un comune che colpisce per la sua conformazione molto particolare e unica, ma anche per quello che gli scavi hanno riemerso.
In provincia di Caserta c’è un borgo che attira l’attenzione in maniera immediata grazie alle sue terrazze. Si tratta di Pietravairano.
Il comune di Pietravairano ha le sembianze di una grande piramide e il suo centro è tipicamente medievale. Il comune è adagiato ad anfiteatro con le abitazioni arroccate l’una sull’altra fino a creare un armonico giustappore che scivola dolcemente verso il basso.
Collocato su di uno sprone rivolto a sud- est, è caratterizzato da una struttura a gradinata. Il suo nome è stato ritrovato in un documento del 1070 nell’archivio dei Benedettini di Montecassino con il toponimo di “Castrum Petrae”. Pietra è un termine di origine greco mentre Vairano potrebbe derivare da “Varius”, nome di un capitano romano. Ma il nome “Castrum Petrae” è presente anche nel “Catalogus Baronum” di epoca normanna che lo considera feudo della facoltosa famiglia “de Petra”. Il toponimo in questione però fa anche riferimento al suo nome originario “Terra della Pietra prope Vairanum” che riguarda la sua conformazione, il suo essere fatto di pietra, appunto.
Cosa vedere a Pietravairano
Nel borgo di Pietravairano si respira ancora tutta l’atmosfera medievale di un tempo. Vicoli, viuzze, stradine e scalini rendono il tutto davvero affascinante e suggestivo. E bifore, facciate con stucchi, meravigliosi portali con stemmi familiari importanti fanno il resto. Ma sono anche e soprattutto le loggette a regalare incredibili emozioni grazie agli spettacolari panorami che introducono.
Molti palazzi risalgono anche al ‘700 e all’800.
Nella piazza principale c’è la Chiesa più antica del territorio che è la Colleggiata di Sant’Eraclio. Risale infatti al 1182, come si legge da una pergamena in gotico beneventana conservata all’interno del suo archivio. E custodisce anche un plastico del centro storico così com’era durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Proseguendo il cammino, poco più avanti, ci si imbatte nella Chiesa e Convento di Santa Maria della Vigna. La sua costruzione riguarda il ritrovamento di un affresco della Beata Vergine Maria che porge un chicco d’uva al Bambin Gesù, posto sul suo grembo, nella vigna di un certo Paolo della Vecchia nel 1384. La devozione nei confronti della Vergine fu tale da indurre all’edificazione di una cappella a lei dedicata.
Il Teatro-Templio di Pietrabbondante
Ma la scoperta di un monumentale Teatro-Templio di Pietrabbondante ha reso Pietravairano un luogo avvolto dalla storia.
Il templio si trova sulla sommità di un altro monte, il Monte San Nicola. L’edificio ha un teatro, un tempio e due porticati e serviva per le attività di culto, quindi riti e cerimonie religiose, e per quelle istituzionali come l’assemblea dei senatori. La struttura si dirige verso il sud-est per poter osservare la nascita del sole ogni giorno, come prevedeva la disciplina augurale, e si trova a 410 metri di altezza.
Il templio e il teatro si trovano su due terrazze situate a due altezze differenti.
I lavori furono avviati dai Sanniti alla fine del II secolo a.C e si conclusero nel 95 a.C. Lo stile è italico con elementi ellenistico-campani e latini. Si tratta di una struttura unica nel suo genere!
Fu il dirigente scolastico Nicolino Lombardi, studioso di storia locale e amante degli ultraleggeri, nel 2000, ad aver osservato con attenzione questa struttura megagalattica a cui non si dava troppa importanza. Quei ruderi stavano infatti nascondendo una perla del nostro territorio.
Iniziarono così gli scavi che hanno consentito lo studio del complesso e di poter restituire alcuni reperti come elementi in laterizio delle colonne delle facciate, un gocciolatoio a forma di testa di leone delineato finemente, frammenti di tegole, etc…
Il terrazzo inferiore è ricavato lungo il pendio naturale della collina e conserva il teatro dalla cavea semicircolare che ospitava un centinaio di persone.
Il terrazzo superiore conserva un tempio dalla pianta rettangolare con uno pronao a quattro colonne che conduce a tre ambienti dedicati alle statue delle divinità. Sui lati c’erano due vasche di raccolta dell’acqua piovana. Oggi vi resta solo quella orientale.
Più in alto sono fuoriusciti i resti di una torretta di avvistamento a pianta circolare su di un basamento quadrangolare.
E il panorama che si gode dall’alto è a dir poco fantastico!
Fonti foto: caserta.italiani.it, touringclub.it