Gli Zampognari, la tradizione protagonista della nostra atmosfera natalizia

Non è natale senza "Tu scendi dalle stelle" suonata dagli Zampognari, un'antica arte ancora oggi protagonista del Natale.

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Natale è alle porte, le città ed i balconi sono già ricchi di luci ed addobbi, mentre gli alberi riempiono le nostre case.

In questa magica atmosfera c’è chi gira per le strade della città, entrando nei negozi e nelle case allietando col suono dei loro strumenti i giorni che precedono il Natale. 

Sono gli zampognari, figli di un’antica tradizione.

Come nascono gli zampognari?

Tutto ha origine verso la metà del Settecento nel Regno di Napoli e continua a perpetuarsi di anno in anno. Solo la pandemia dell’anno scorso è stata capace di fermare questa lunga tradizione.

Le prime notizie sulla zampogna risalgono al periodo della Roma Imperiale, dove l’imperatore Nerone, amante delle arti e della musica, si dilettava spesso con l’utriculus, l’antesignano della zampogna. 

Su questo antico strumento e mestiere, inoltre, ci sono due leggende. Secondo la prima Giulio Cesare, impegnato nella campagna di conquista della Britannia, riuscì a sconfiggere il nemico grazie al suono di questo strumento.

In terra di Boemia invece si narra la storia del giovane Zvamba che, dopo aver ceduto alle lusinghe del demonio, come gesto di pentimento depone su un altare la sua zampogna per chiedere scusa a Dio.

Col passare degli anni, gli zampognari sono diventate figure familiari del Natale, come testimonia già da tempo che essi sono diventati personaggi fissi sul presepe napoletano

Leggenda vuole che già San Francesco li avesse posti sul presepe. Essi sono collocati vicino alla grotta, con il loro abbigliamento di pastori e i loro strumenti musicali imbracciati.

Si tratta di pastori che, con indosso gli abiti tradizionali, passeggiano per le strade cittadine intonando canzoni natalizie. Generalmente camminano in coppia, uno suona la zampogna e l’altro la ciaramella o un altro strumento a fiato. Arrivano da paesi e regioni circostanti. 

Gran festa avviene nelle famiglie quando incominciano le novene, che sono due: una per l’Immacolata, giorno in cui la chiesa celebra l’Immacolato Concepimento di Nostro Signore e nelle case si inizia ad addobbare l’albero di Natale e l’altra per il Bambin Gesù che inizia intorno al 16 dicembre e termina il giorno della vigilia del Santo Natale.

Gli zampognari si affermarono verso la metà del Settecento nel Regno di Napoli, con Sant’Alfonso Maria de Liguori, che amava utilizzarli per avere un accompagnamento musicale alle preghiere ritenendo che la melodia aiutasse a fissare i principi fondamentali del cattolicesimo ai bambini e alle persone del popolo. A lui risale la composizione di “Tu scendi dalle stelle”, melodia per eccellenza del repertorio degli zampognari.

A tal proposito, il natale campano è ricco di elementi fondamentali, come il presepe, gli struffoli e gli zampognari

In questa atmosfera, infatti, non possono mancare certe melodie come la già citata “Tu scendi dalle stelle” oppure “Quanno nascette ninno” e non solo. 

Il suono della zampogna è la colonna sonora del natala campano! 

Per chi non lo sapesse, si tratta di uno strumento simile alla cornamusa, formato da un otre che, come un serbatoio d’aria, si gonfia per consentire al musicista di riprendere fiato senza interrompere il suono. 

Purtroppo al giorno d’oggi è dura far sopravvivere la tradizione, che però vive in pochi e piccoli paesi dell’Italia centro-meridionale. Il più rappresentativo è Scapoli, un paesino collinare in provincia di Isernia, in Molise, dove sopravvivono gli “ultimi artigiani”.

Lo zampognaro è diventato nel tempo un vero e proprio mestiere da tramandare di padre in figlio. Imparare a suonare la zampogna, faceva sì che, una volta raggiunta l’età prestabilita il ragazzo poteva seguire le orme del padre.

Si tratta di uno stile di vita fatto di incontri, relazione e fede!

Spesso i zampognari ritornano nelle famiglie dove hanno fatto la novena negli anni precedenti e trovano sempre un’accoglienza calorosa e affettuosa, come se fossero vecchi amici ritrovati e spesso li si saluta l’ultimo giorno, (giorno di paga, che varia da famiglia a famiglia: ognuno paga secondo le proprie possibilità) con un piattino ricco delle prelibatezze del Natale.

Simbolo di umiltà e di autenticità, gli zampognari riconducono a quel sentimento intimo e puro per un Natale vissuto all’insegna della semplicità, accompagnato da una melodia che riscalda l’anima e riempie i cuori di gioia.

 

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