La castagna di Montella, la regina dell’autunno

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La castagna di Montella è un prodotto campano IGP.

Secondo gli studiosi, l’importazione del castagno dall’Asia Minore e, di conseguenza, la sua coltivazione risale al VI-V secolo a.C..

Già con i Longobardi si capì l’importanza di questa coltura, tant’è che fu emanata una legge per la tutela del frutto. Le condizioni climatiche dell’Irpinia hanno favorito sin dal principio la produzione della pianta, in particolar modo a Montella, dove la storia del borgo e quella della castagna hanno camminato di pari passo.

Giustiniani nel Settecento scrisse:

«A Montella vi si respira buon’aria e si raccolgono in abbondanza castagne, noci e nocelle…».

Il frutto, simbolo dell’autunno, nel 1987 ha ricevuto la Denominazione di Origine Controllata e, qualche anno più tardi, precisamente il 14 luglio 1992, la Commissione UE gli attribuì il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta. In questo modo, la genuinità e la tipicità della Castagna di Montella sono state tutelate, individuandone l’area di origine e produzione. Nel XIX secolo questo prodotto tipico campano arrivò anche negli Stati Uniti e in Canada, in seguito all’immigrazione, ed ancora oggi in questi due stati giunge metà della produzione.

Le caratteristiche

La Castagna di Montella IGP si caratterizza per la sua pezzatura medio o medio-piccola e la forma tondeggiante, con faccia inferiore piatta, base convessa e sommità ottusa e pelosa. La buccia è sottile e di colore marrone e il seme ha la polpa bianca, croccante e dolce.

Proprio grazie alla sua fragranza e sapidità, viene utilizzata sia allo stato fresco che allo stato secco. Oltre che come caldarroste, infatti, queste castagne sono molto richieste dall’industria di trasformazione di marron glacès, purea e marmellate. Per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale, contengono un alto contenuto di carboidrati, ma pochissime proteine. Durante il periodo di Natale è possibile, inoltre, trovare le famose Castagne del Prete, una tipologia diversa realizzata con le castagne in guscio essiccate, tostate e, infine, idratate con acqua; una volta sgusciate, i frutti si presentano dal colore marrone intenso. Ad oggi sono tantissime le feste e le sagre organizzate in onore di questo prodotto tipico.

Vale, infine, la pena ricordare che, nel 2012, la produzione venne compromessa dalla diffusione di un parassita, il cinipide galligeno del castagno, uno degli insetti più nocivi per questa pianta, tanto che provocò un calo della produzione dell’80%.

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