Vietri sul mare: un’esplosione di colori
Vietri sul mare è un borgo molto caratteristico in cui predominano i colori delle sue famose ceramiche e del mare.
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, la bellissima Vietri sul Mare ci regala un’esplosione di colori e meraviglie.
“Prima perla della Costiera Amalfitana”, è famosissima per le sue ceramiche ed infatti è considerata la capitale indiscussa della ceramica sia artistica che tradizionale.
Tra vicoli, case colorate e botteghe, Vietri è un borgo da visitare rigorosamente a piedi, in modo da poter apprezzare ogni suo scorcio e segreto.
Ceramiche di Vietri
Le ceramiche di Vietri sono prodotti artigianali, fatti a mano, e questo li rende unici.
Nonostante le tecnologie, è affascinante vedere quante botteghe ci siano ancora che abbracciano la tradizione del posto e che sono tramandate da generazione in generazione.
Le ceramiche rendono uniche le stradine del posto e caratterizzano anche panchine, ringhiere, mura di case, fioriere, insegne di negozi, statue, piazze, vasi.
Quest’attività è presente fin dal Medioevo.
Nel XIV secolo, ci sono giunte testimonianze che attestano la forte richiesta di tegole e mattonelle da parte di alcuni maestri fabbricatori di Cava di allora, ma si trattava di una richiesta legata esclusivamente al settore edilizio.
Fu nel XVI secolo che aumentò la domanda per l’acquisto di manufatti domestici e utensili da cucina, quindi piatti, vasi di diverse dimensioni, scodelle. Ma il vero e proprio boom lo si ebbe nel XVII secolo, quando molti artigiani abruzzesi e dell’Irpinia si stabilirono a Vietri. Questi artisti si dedicarono alla realizzazione di oggetti religiosi come acquasantiere, ma anche piastrelle maiolicate e pannelli votivi, tutte cose che si possono apprezzare anche oggi. Si diffuse pertanto l’arte della “riggiola”, ossia di mattonelle decorate dai colori tenui, con il turchese che predomina nettamente su tutti gli altri colori.
Negli anni ’20 e ’30 del secolo precedente, furono molti gli ebrei che trovarono rifugio a Vietri per sfuggire alle leggi razziali. Rimasti abbagliati da quest’arte, ne furono fortemente influenzati, così, in cambio dell’ospitalità che gli venne data, ricambiarono con la realizzazione di opere simili a mosaici bizantini.
La fama del posto attirò artisti internazionali che contribuirono a rendere grande Vietri.
Cose da vedere a Vietri
Nel Museo della Ceramica di Vietri sul Mare, nella Torretta Belvedere di Villa Guariglia, a Raito, sono conservati reperti archeologici risalenti al V secolo a.C, quindi all’epoca della dominazione etrusca.
Il Museo è diviso in tre settori: nel primo sono esposte le terracotte policrome religiose, nel secondo oggetti di usi diversi e comuni e nel terzo le ceramiche risalenti al periodo tedesco. I tedeschi, intorno agli anni’20 e ’40 del secolo scorso, si trasferirono nel comune e anche loro si diedero all’arte, inventando il famoso “giallo di Vietri” e il simbolo dell’asinello.
Ma oltre le ceramiche c’è di più, come la Chiesa di San Giovanni Battista. Situata al centro del borgo, racchiude le tecniche dello stile romantico, rinascimentale e barocco. La sua enorme cupola e il suo grande campanile la rendono imponente e solenne. Pensate che il soffitto è in oro zecchino.
Bellissima è anche l’Arciconfraternita dell’Annunziata e del Rosario, che è la più antica della città. Di origine seicentesca, ha una facciata ornata da dipinti e i soffitti sono maiolicati.
Spettacolare è la Villa comunale, che ricorda molto le opere di Gaudì a Barcellona. I sentieri sono infatti riccamente decorati da ceramiche coloratissime e tutto è avvolto dalla natura e dal panorama. Al suo interno c’è anche un anfiteatro dove si svolgono eventi artistici e culturali.
Non può mancare la sosta nella spiaggia di Marina di Vietri, divisa in due dal fiume Bonea: da un lato ci sono i lidi attrezzati e dall’altro la spiaggia libera. Arroccata su delle alture che abbracciano il mare, la spiaggia ha una forma concava che racchiude un mare blu.
Leggenda dei due fratelli
Dal mare di Vietri emergono due rocce, due scogli simili tra loro, che possono essere in qualche modo equiparati ai Faraglioni di Capri, conosciuti come “i due fratelli” o “i due innamorati”.
Svariate sono le leggende che aleggiano sul loro conto. Una di queste è di origine greca e racconta di due pastori che si accorsero di una ragazza a mare. Subito si tuffarono in acqua, nonostante il temporale, ma morirono entrambi, differentemente dalla fanciulla che invece riuscì a salvarsi. La donna si diresse verso suo padre Poseidone per raccontargli il sacrificio dei due uomini e gli chiese di omaggiarli ed ecco i due scogli!
Un’altra leggenda, tipicamente salernitana, narra invece di due saraceni che rapirono il figlio dei regnanti di Salerno e qualche anno più tardi, sfidarono la città attraverso il loro più intrepido guerriero. La battaglia fu tra il principe Rajan e il conte Umfredo dei Landolfi. Durante il combattimento, i due arrivarono fino al mare e per l’alta marea, non riuscirono a raggiungere la terraferma. Ma fu proprio in quel momento che si accorsero di essere fratelli gemelli separati dalla nascita in quanto avevano lo stesso stemma. Ci pensò la natura ad unirli con i due scogli!
Insomma: quante bellezze ci riserva la nostra terra!
Fonti foto: allarremeviaggio.com, e-borghi.com, tripadvisor, napolidavivere.it