I sette castelli di Napoli
La nostra città è l'unica al mondo ad avere ben sette castelli. Scopriamo insieme quali sono
Molti non sanno che Napoli è tra le poche città al mondo, se non l’unica, ad avere ben 7 castelli. Una buona parte di essi si può ancora visitare, per altri non restano che dei ruderi. Fortificazioni erette in epoche diverse ma tutte con lo stesso obiettivo, difendere la comunità dagli attacchi esterni. Attacchi che avvenivano in prevalenza via mare. Infatti ben cinque di questi si trovano lungo la costa, mentre solo due nell’entroterra. Ciascuno di questi castelli ha peculiarità che lo differenziano dagli altri. Visitandoli, dove è possibile, vuol dire immergersi nell’ambito militare, artistico e culturale della nostra magnifica città. Vediamo insieme nello specifico quali sono.
Maschio Angioino o Castel Nuovo
Uno dei simboli di Napoli più conosciuti al mondo. Eretto per volere di Carlo I D’Angiò nel 13° secolo quando la capitale del regno fu trasferita da Palermo a Napoli. Domina piazza Municipio e la sua struttura trapezoidale comprende 5 torri maestose. Nel 15° fu sottoposto a lavori di ammodernamento voluti da Alfonso d’Aragona. Da qui il nome Castel Nuovo. Ecco perché oggi vengono utilizzati entrambi i nomi. Il maestoso arco di ingresso fu realizzato nella seconda metà del ‘400 e rappresenta un capolavoro del Rinascimento napoletano in marmo bianco ed evoca gli archi di trionfo romani. Di notevole fascino è anche la Sala dei Baroni. Oggi nel castello c’è Il Museo Civico, che ospita opere del Barocco, del Rinascimento, dell’800 napoletano.
Le leggende
Le leggende su questo castello sono legate soprattutto ai suoi sotterranei. Si racconta che in essi ci vivesse un coccodrillo che prendeva i prigionieri trascinandoli fino al mare. Il coccodrillo sarebbe stato portato dall’Egitto da Giovanna II per sopprimere i suoi amanti. Un’altra leggenda narra invece che ad escogitare la fossa del coccodrillo fu Ferrante d’Aragona, re di Napoli dal 1458 al 1494. Il sovrano gettò lì, dopo averli attirati con l’inganno i Baroni protagonisti d’una congiura ai suoi danni. Secondo Croce fu proprio re Ferrante a disfarsi del coccodrillo. Decise di sopprimerlo gettandogli in pasto una coscia di cavallo. Morto soffocato, l’animale fu pescato, impagliato e appeso alla porta d’ingresso.
Le visite
Per visitare il Maschio Angioino, durante la settimana, è possibile fare un itinerario museale con biglietto da 6€ e comprende:
- Primo piano Museo Civico
- Secondo piano Museo Civico – Pinacoteca;
- Terzo piano Museo Civico – Sala Novecento, sculture e dipinti provenienti da donazioni e collezioni del Comune di Napoli.
In accordo con la disponibilità del personale saranno visitabili anche:
- Sala dei Baroni;
- Percorso Archeologico ex sala dell’Armeria;
- Cortile Monumentale;
- Sala della Loggia con affaccio sugli arsenali.
Una visita da non perdere per tuffarsi in uno dei simboli della storia partenopea
Castel dell’Ovo
Castel dell’Ovo è il più vecchio della città. Risale all’epoca normanna. Eretto per volere di Guglielmo I di Sicilia, detto il Malo. Si trova sull’isolotto di Megaride, la leggenda(e non solo) vuole che proprio qui fu fondata Neapolis. Il suo aspetto odierno è differente da quello normanno originario a causa delle numerose vicende storiche che lo hanno interessato e dei rifacimenti angioini ed aragonesi. Oggi è sede di mostre, concerti ed eventi e dalle sue terrazze si possono ammirare panorami mozzafiato.
Le origini del nome
Si narra che il castello debba il suo nome da una leggenda legata a Virgilio. Questi avrebbe celato un uovo chiuso in una gabbia nei sotterranei della fortificazione. Fin quando l’uovo resta illeso il castello stesso e la città lo sarebbero ugualmente.
Le visite
L’accesso è gratuito
Gli orari di apertura al pubblico sono:
- dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 18.30;
- la domenica e i giorni festivi dalle 9.00 alle 13.00.
In questo periodo l’accesso è consentito solo tramite prenotazione.
Castel Sant’Elmo
Il più grande tra i sette castelli in questione. Costruito con il tipico tufo giallo napoletano, questa fortezza medievale si trova sulla collina del Vomero, dove prima c’era la chiesa di Sant’Erasmo e domina tutta la città. Per la sua ubicazione strategica, tutti quelli che hanno governato su Napoli hanno sempre cercato di impadronirsene. Anche se i primi cenni sul Castello sono del 1329 con Roberto d’Angiò, la sua architettura odierna, con la pianta a forma di stella a 6 punte risale alla prima metà del ‘500. Nel corso della sua esistenza ha subito molti assedi. All’epoca della Rivoluzione Napoletana del 1799 cadde nelle mani del popolo per poi passare all’occupazione dei repubblicani. Dopo la sconfitta di questi ultimi divenne la prigione per molti di loro.
Le visite
Puoi visitarlo tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 19.30, con ultimo ingresso alle 18.30
Biglietti
Intero: € 5,00; ridotto: € 2,50; martedì: € 2,50
Gratuito: per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 anni
Gratuito: prima domenica di ogni mese
Castello del Carmine
Costruito nel quartiere del Mercato nel 1382 per volere di Carlo III di Durazzo, della dinastia d’Angiò. Prese il nome dal Convento vicino, già presente dal 1283. In città è noto anche come Castello Sperone, dovuto alla sua particolare forma e al nome del torrione attorno al quale era stato edificato. Le sue funzioni erano unicamente militari, a differenza degli altri. Era un bastione difensivo collocato all’angolo meridionale della cinta muraria cittadina, dove sorgevano gli acquitrini della Palus Neapolitana. Il Castello ha vissuto tantissime peripezie durante la sua esistenza. Peripezie legate soprattutto alla figura di Masaniello e le sue rivolte. Nel 1906 fu in parte distrutto per questioni di viabilità. Attualmente sono visibili solo la Torre Spinella – detta anche il Trono – la Torre Brava e una parte di mura aragonesi.
Castello di Nisida
Il Castello di Nisida è un edificio fortificato ed edificato in epoca angioina sull’omonima isola flegrea. Postuma è la Torre di Guardia voluta dalla regina Giovanna. Era il vertice del vigoroso sistema difensivo che iniziava a Baia e terminava allo Sperone (il Castello del Carmine). Durante l’epidemia di peste del 1626 è impiegato come lazzaretto. Oggi vi ha sede il carcere minorile di Nisida.
Forte di Vigliena
Situato a San Giovanni a Teduccio, quartiere dell’area orientale di Napoli. Voluto, probabilmente nel 1702, altri dicono nel 1706, dal marchese di Villena, da cui prese il nome. Quindi in piena dominazione spagnola e nel periodo del Regno delle Due Sicilie. Durante il quale è utilizzato come sede per l’istruzione alla pratica di artiglieria dei cadetti. La sua caratteristica era l’altezza. Lungo solo sei metri, era difficilmente visibile dal mare dai nemici. Era la fortezza situata più a sud. Teatro di scontro tra i repubblicani e le forze sanfediste del Cardinale Ruffo che volevano ripristinare la monarchia dei Borbone. Pur di debilitare l’avversario, i repubblicani diedero fuoco all’armeria della fortezza sacrificando le loro stesse vite e quelle dei nemici. Oggi resta ben poco del glorioso forte e l’area delle sue rovine versa in uno stato di abbandono e degrado deprimente per la sua importanza nella storia di Napoli.
Castel Capuano
Situato nel cuore pulsante della città. Eretto per volere di Guglielmo I detto Il Malo, colui che fece edificare anche Castel dell’Ovo. E’ il secondo più vecchio tra i castelli e il suo nome deriva dalla vicina Porta Capuana. Fu concepito come residenza reale fino a quando quest’ultima fu trasferita al Maschio Angioino. Continuò comunque ad ospitare personaggi importanti e persone vicine alla corte. Nel XVI secolo fu adibito a Palazzo di Giustizia e carcere.
La struttura
All’interno del Castello è possibile visitare:
- il Salone della corte d’Appello, ricco di affreschi;
- la Sala dei Busti di marmo dei più illustri avvocati dell’antico foro napoletano;
- la Cappella della Sommaria;
- la fontana del Formiello.
Orari di apertura
- Dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00
Attenzione: gli orari potrebbero subire variazioni
Ingresso libero