Il Duomo di Avellino e la cappella di San Modestino, patrono della città

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A spadroneggiare sulla città, posizionato nella sua parte più alta, sulla collina La Terra, vi è il Duomo di Avellino, una imponente cattedrale simbolo di culto della provincia.
Costruita nel dodicesimo secolo per volere del vescovo Roberto, fu dedicata da quest’ultimo a quello che oggi è il Santo patrono della città, Modestino.

L’evolversi dell’opera architettonica

Oggi la Cattedrale non appare più come fu commissionata dapprincipio dall’episcopale.
Originariamente in stile romanico, infatti, a seguito di guerre, fenomeni naturali, volontà e gusti dei vescovi che si sono susseguiti, ha subito notevoli modifiche che la hanno resa prima barocca e infine, come appare ai giorni nostri, neoclassica.

La struttura

Il Duomo è caratterizzato da un’elegante facciata, perfettamente in stile neoclassico, in marmo bianco e grigio, materiale ripreso anche all’interno e utilizzato per le colonne ivi presenti; queste ultime, di ordine corinzio, intervallano i tre portali decorati con scene della vita avellinese religiosa e sociale; in particolare, il centrale è contornato dalle nicchie che ospitano le statue del patrono della città da un lato e, dall’altro, di quello d’Irpinia, San Guglielmo.

Alla destra della struttura è stato costruito, successivamente, il campanile eretto, così come alcuni altri elementi del Duomo, mediante l’utilizzo di materiali provenienti da ulteriori edifici, tendenzialmente cattolici, dei secoli precedenti.

Di pianta a croce latina a tre navate, la chiesa dai particolari soffitti a cassettoni presenta notevoli elementi architettonici molto particolari, risultato dei molteplici restauri che hanno accresciuto le bellezze presenti e preservato quelle preesistenti, in un matrimonio di stili vincente.

Il presbiterio è costeggiato, a destra, dalla Cappella della Santissima Trinità, caratterizzata da un bassorilievo raffigurante la Trinità, per l’appunto e, a sinistra, da quella emblema del Duomo, la Cappella di San Modestino, alla restaurazione e decorazione della quale, nei secoli, si sono susseguiti numerosi ed importanti artisti. È conosciuta anche col nome di Cappella del tesoro di San Modestino poiché contiene al suo interno un vero e proprio tesoro per i fedeli.
Si tratta, infatti, delle reliquie del santo, conservate nel busto argenteo che lo raffigura, posto sull’altare centrale ai piedi del quale vi sono i due reliquiari, sempre d’argento, che ospitano le memorie dei martiri locali e gli amici del patrono, vale a dire il sacerdote Fiorentino e il diacono Flaviano, che lo hanno accompagnato nel suo percorso di vita fino al martirio, condividendo con lui il giorno della morte, il 14 febbraio: questa data è stata, poi, quella che la città, con la notevole devozione che la caratterizza nei confronti del santo, ha deciso di dedicare al suo patrono.

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