Cinque dolci campani tipici della Pasqua

La pasqua è ormai alle porte, è già tempo di pensare quali dolci preparare

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La cucina è il posto in cui si custodiscono secoli di storia e origini di ricette tramandate da generazioni. Le specialità di Pasqua, i dolci in questo caso, non sfuggono a questa regola. Tra i fornelli si incontrano le tradizioni, si sposano i sapori più svariati ma soprattutto si narrano storie di piatti che, con sufficienza,  diamo per scontati. Ogni specialità dolciaria, aggiunge qualcosa del proprio territorio e lo rappresenta.  E’ impossibile scrivere, parlare, discutere del tema dei dolci del periodo tipici campani in poche righe. A questo punto, il compito di ogni lettore di questo articolo, è scegliere un piatto o un territorio che lo stuzzica ed “approfondire l’argomento”. La festa cattolica è ormai alle porte, questo significa non solo celebrare la risurrezione di Gesù ma anche preparare dolci super golosi.

Napoli e la pastiera

Non si poteva iniziare diversamente, la regina dei dolci pasquali è lei, sua maestà la pastiera. Qualsiasi altro, pasquale o meno, impallidisce al suo cospetto. Una leggenda narra che sarebbe nata dal culto della Sirena Partenope. Dobbiamo risalire all’epoca romana o greca. La sirena, scelse il Golfo di Napoli come sua dimora. Per ringraziarla si celebrava un rito durante il quale le venivano portati sette doni, che erano più o meno gli ingredienti per il famoso dolce. La tesi più accredita fa risalire l’invenzione alle monache, che mescolarono gli ingredienti simbolo della resurrezione con i fiori d’arancio del giardino del monastero.

Le diverse varianti

Quando si parla della vera ricetta della pasticceria partenopea, tutti dicono la loro. Anche in terra napoletana il dibattito è acceso, soprattutto tra due partiti. Quella fatta con la crema o senza. La maggior parte la prepara senza. E’ pronta già il giovedì santo, si consuma il sabato precedente la domenica di Pasqua e l’indomani per la gita fuori porta. La sua importanza è anche ufficialmente riconosciuta. Fa parte infatti dei prodotti agroalimentari della tradizione campana.

Caserta e il casatiello dolce

Nella zona di Caserta è chiamato anche pigna pasquale. Questo dolce tipico campano ha origini antichissime. Si caratterizza per il fatto che è elaborato con lievito madre, quindi la fermentazione è lenta e delicata. Il rivestimento rende felici i più piccoli perché è fatto di glassa bianca ricoperta di tanti confetti colorati. È un dolce speciale che ti riporta a quando eri bambino. Quando in tutta la casa c’era un misto di odori. Una combinazione di fiori d’arancio, limone, uova e grano. Le nonne sono state molto abili nel preparare questo e molti altri impasti a lunga lievitazione. Il tempo di fermentazione infatti è molto ma molto lungo.

Benevento e la pastiera di riso

Si tratta di una variante della classica pastiera napoletana in cui il grano è sostituito dal riso. Tipica del Sannio è una valida alternativa al dolce che è il cardine della nostra Pasqua campana. La sua preparazione è simile alla preparazione di una classica pastiera napoletana. Al posto del ripieno c’è un classico riso per risotto cotto nel latte. Il gusto è molto simile alla versione classica. L’unica piccola differenza è che in questa preparazione il ripieno è leggermente cremoso e ricorda molto la crema pasticcera. Insomma, è una variante molto invitante e da assaggiare.

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Fonte foto: misya.info

Avellino e la pigna

La pigna pasquale di Avellino è un dolce caratteristico della verde Irpinia. Viene preparato durante le festività pasquali. Nello specifico si tratta di una grossa ciambella( simile ad un babà) decorata con glassa e confettini colorati. Fragrante, con sapori misti, che vanno dal limone a quelli di vaniglia e zafferano, presenti nel liquore adoperato per la ricetta. Quest’ultima è facile e veloce da preparare, anche se i tempi di lievitazione sono lunghi, per cui occorre tanta pazienza. Si conserva a lungo e si addice ad ogni momento della giornata, dalla colazione al dessert. La tradizionale vuole che venga cotta nel forno a legna, che, come sappiamo, dona un gusto completamente diverso alle pietanze. Per questo motivo le persone che vogliono continuare nel solco della tradizione, iniziano a preparare in anticipo le pigne.

Fonte foto: avellinotoday.it

 Salerno e la tennerata

Tipica della bellissima terra del Cilento. Lì non è Pasqua senza la tennerata in tavola. Si tratta di una specie di pastiera di pasta dolce e cucinata al forno. Nella ricetta vi troviamo del caprino fresco e ricotta di capra, ordinata molto prima ai pastori locali. Si prepara il Giovedì Santo, che corrisponde alla giornata destinata alla realizzazione dei dolci pasquali nel Cilento. All’origine si trattava di un piatto povero. Per realizzarla si adoperava ciò che c’era in casa o nella natura circostante. La ricetta viene rivisitata in ogni paese del Cilento. Alcuni per esempio la fanno con la pasta grossa, in modo che possa accogliere più condimento.

Fonte foto: cucinasud.it

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