Rocca San Felice è un borgo medievale di origine longobarda, in provincia di Avellino, il cui portale di accesso è inglobato nel Palazzo de Antonellis.
Il borgo è stato abitato fino al terremoto dell’80, anno nel quale, in molti, hanno deciso di lasciarlo e costruire la propria casa fuori dal paese. Le abitazioni sono, quindi, rimaste vuote ed il comune ha deciso di acquistarle inserendole in progetti di recupero. Tra questi, la creazione di un museo con reperti rinvenuti nel castello e la costruzione di un Ristorante Museo, La Ripa, con cucina tipica irpina. Numerosi sono i frammenti di vasi, ceramiche e maioliche qui conservate.
Il castello
Rocca San Felice è ricca di storia e fascino, in quanto sono tante le sue attrazioni archeologiche ed ambientali. Una strada in pietra attraversa tutto il paese, passando per una splendida piazza dove, nel 1799, durante la Rivoluzione Partenopea, fu piantato un tiglio, ormai secolare, e dove, nel 1749, fu costruita la fontana.
Nel paesino ci sono diversi luoghi di incantevole suggestione, come il castello che, con il Donjon, domina l’intero paesaggio. Si tratta di una torre cilindrica del XII secolo costruita su una roccia, strutturata su quattro piani: al primo si trova la cisterna di approvvigionamento idrico e un locale dove venivano conservate provviste e legname; al secondo, invece, si trovava la cucina; gli ultimi piani, infine, erano destinati alle camere da letto. La prima costruzione avvenne intorno all’850 ed era destinata ad un fortilizio, in cui vi abitava un capitano con i suoi soldati, che avevano il compito di sorvegliare il confine del principato. Nell’XI secolo il feudo si trasformò in castello e, dopo qualche anno, passò al dominio dei normanni. Nel 1266 il castello apparteneva al principato Ultra.
Carlo d’Angiò restituì, poi, il feudo ad Enrico di Taurasi.
Verso la fine del 1300 ne divenne proprietario Landolfo D’Aquino. Ancora, nel 1535, il signore del castello fu Annibale Caracciolo che, nel 1591, sembra lo abbia ceduto alla famiglia Reale; infine, si arrivò a Giovan Francesco Capobianco che mantenne il feudo fino all’eversione della feudalità, nel 1806. La struttura, nel tempo, ha subito gravi danni, tant’è che oggi si può visitare solo in parte.
Altre attrazioni
Oltre al castello e al museo, da visitare c’è anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita intorno all’XI secolo e, purtroppo, andata completamente distrutta a causa del terremoto. Fu ricostruita dopo anni, nel 1991, e oggi conserva un interessante altare decorato con stucchi che imitano le decorazioni marmoree.
Il centro storico è sicuramente caratteristico, con vicoli stretti e case basse. Passeggiando per il borgo, infine, è facile trovare delle vecchie abitazioni monofore e bifore o archi e trappe che ripropongono vecchie botteghe.