L’arte del pizzaiulo napoletano è patrimonio dell’Unesco

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Era la mattina del 7 dicembre 2017 quando, alla sede dell’Associazione Verace Pizza Napoli, arrivò il tweet definitivo con il verdetto del consiglio Unesco, riunito a Jeju, nella Corea del Sud.

Quel giorno l’arte del pizzaiuolo napoletano è entrata nella lista dei patrimoni culturali dell’Umanità. Il voto è stato unanime:

“Per Unesco le competenze legate alla produzione della pizza, che include gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.

Il lavoro del Ministero delle Politiche Agricole si è concluso con successo. L’Italia, pian piano, era stata defraudata della sua pietanza simbolo, quella conosciuta in tutto il mondo e che, per noi è, ovviamente, un piatto tipico italiano, ancor di più napoletano, in quanto la prima pizza è stata cucinata proprio nella capitale campana; eppure, gli americani erano pronti a sostenere che si trattasse di un loro prodotto. Tutto fino a quando il nostro Paese non si è riappropriato della sua storia e dell’antico mestiere che lavora la pasta secondo le tradizioni ed usanze partenopee.

In seguito alla delibera è nata, spontaneamente, una grande festa, tenutasi nel centro storico di Napoli. Lungo via dei Tribunali i più famosi pizzaioli napoletani, tra cui Gino Sorbillo, Enzo Coccia, Ciro Oliva e Antonio Starita, hanno allestito un grande bancone, dove hanno iniziato a produrre una quantità industriale di pizze. Un momento di convivialità nel quartiere storico di Napoli.

“È importante che sia riconosciuto non il prodotto in sé, la pizza, ma la maestria dei pizzaiuoli napoletani che tramandano una tradizione culinaria di generazione in generazione e in tutto il mondo. La pizza è il vero street food. Per questo abbiamo voluto festeggiare insieme al popolo” ha detto Gino Sorbillo che, insieme ad altri pizzaioli, ha voluto omaggiare Napoli con le pizze fritte a portafoglio.

L’Associazione Verace Pizza Napoletana

L’Associazione Verace Pizza Napoletana è un ente senza scopo di lucro che difende e tutela la pizza napoletana nel mondo. Nata nel 1984, con il patrocinio della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Napoli, fu voluta dai vecchi maestri pizzaioli i quali, vedendo diffondersi il fenomeno del fast food, decisero di provvedere alla difesa e alla valorizzazione del prodotto partenopeo. Antonio Pace, avvalendosi dell’aiuto dei maestri pizzaioli, tra cui il padre Vincenzo Pace, ne scrisse lo statuto. Ad oggi sono tantissimi i pizzaioli, partenopei e non, entrati a far parte dell’associazione: “Salvatore” alla Riviera di Chiaia, “Don Salvatore” a Mergellina,”Ciro” a Santa Brigida, “Lombardi” a Santa Chiara, “Il Regno d’Oro” al Vomero, “Capasso” a Porta San Gennaro, “Cafasso” in Via Giulio Cesare e moltissimi altri. L’associazione, inoltre, è promotrice di molte iniziative come corsi di formazione per diventare maestri pizzaioli.

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