La figura di San Bartolomeo, in Campania, viene leggendariamente affiancata da una storia molto particolare: quella del “Capitano di Ventura”, un mito ambientato nel pieno Medioevo.
La leggenda
Anno 1195: in quel periodo, il Sud Italia era meta di predoni, i quali facevano razzie di ogni cosa nei paesi e nei villaggi che attraversavano. Anche la zona del casertano venne coinvolta, in particolare quella di Vairano.
Una compagnia di ventura (una di quelle che saccheggiavano i villaggi), partendo dalle campagne vicine, si dirigeva verso il paese. Tutti, soprattutto il capitano, si aspettavano e si immaginavano grandi ricchezze visto che, nelle vicinanze, i bottini erano stati molto lauti.
Ma accadde un fatto strano: in località Guardiole, lungo la via per Vairano, un uomo a braccia aperte si pose davanti al corteo, sbarrandogli la strada. Era forte, barbuto ed emanava una gran luce in volto: quasi in gesto di preghiera, supplicava l’intera compagnia ed il loro capitano di evitare razzie in quel paese, poiché “ciò che ne ricaveresti sarebbe ben poca cosa rispetto al peccato che potresti compiere” – aveva annunciato.
Il capitano, sorpreso ma anche sconcertato dalle sue parole, ordinò alla sua compagnia di non passare per Vairano ma di dirigersi altrove. La curiosità, però, era tanta: chi era quell’uomo? E perché aveva impedito il loro passaggio? Con questi interrogativi, il capitano si diresse in paese da solo.
Un luogo singolare, tranquillo, con la sua chiesa come unico centro, dalla quale si udivano suoni melodiosi provenire dall’interno. L’uomo vi entrò e rimase colpito dalla statua di un santo, quella di San Bartolomeo: era identica all’uomo che aveva sbarrato la strada a lui e alla sua compagnia! Cercò conferma chiedendo al sacerdote di quella chiesa; gli fu detto che il santo aveva dato ascolto alle suppliche dei suoi fedeli i quali non volevano che anche il loro paese venisse saccheggiato e distrutto.
Il capitano rimase colpito… il peccato che quell’uomo gli aveva detto di non compiere era proprio questo: non saccheggiare quel paese.
Quasi in forma di perdono, così, donò a San Bartolomeo uno dei tesori che portava con sé: un gioiello che è presente ancora oggi in loco. Che sia il segno effettivo della veridicità della leggenda?