Capo Miseno: sapete perchè si chiama così?

La storia che ci racconta Capo Miseno, promontorio nel comune di Bacoli, è un miscuglio omogeneo di leggende e realtà.

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Situato nel comune di Bacoli, Capo Miseno è un luogo che incanta i visitatori con la sua storia millenaria e la sua bellezza naturale. Capo Miseno è quanto resta di un antico edificio vulcanico risalente ad un periodo compreso tra i 35.000 e i 10.500 anni fa. Una storia quindi che risale all’antichità: esploriamo insieme le caratteristiche e il mito di questo colle flegreo.

Capo Miseno e la sua storia antica

Capo Miseno è il resto di un antico edificio vulcanico facente parte dei Campi Flegrei: alto 164 metri, è facilmente riconoscibile per la sua forma “troncoconica”.  L’ antica caldera del vulcano di Capo Miseno è situata verso sud nella zona del faro, dove termina la strada che risale il monte, dopo averlo attraversato con una galleria. Con una vista spettacolare sul golfo di Napoli e sulle isole circostanti, Capo Miseno segna la linea di confine fra il golfo di Pozzuoli, il canale di Procida e il golfo di Gaeta.

Capo Miseno: ecco perchè si chiama così

Il suo nome, viene citato da Virgilio che ricorda il Miseno trombettiere di Enea, qui leggendariamente sepolto dopo aver sfidato il Dio Tritone nel suono della tromba. Vedendosi annientato dal talento dell’umano che superava quello di un Dio, la divinità gettò Miseno fra le onde del mare, dove il povero trombettiere morì. Enea quindi ritrovò il corpo senza vita dell’amico lungo la costa e decise di seppellirlo ai piedi di un enorme tumulo e, in memoria dell’eroico compagno, diede il nome di Miseno al colle. Questo racconto mitologico, arricchisce la storia di Capo Miseno, rendendolo un luogo di grande interesse storico e culturale.

Oggi però Capo Miseno è particolarmente conosciuta per la prossimità con le spiagge di Bacoli e Miliscola, meta estiva di gran parte della popolazione napoletana e non solo. 

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