Un’altra meraviglia di Napoli: l’ipogeo dei Cristallini, un luogo dove il tempo è rimasto immutato
Un posto unico al mondo che si trova nel rione Sanità
La parola Neapolis come sappiamo deriva dal greco e vuol dire nuova città. In origine i greci si installarono a Cuma. In seguito si spostarono nell’attuale città e collocandosi lì dove oggi c’è il borgo marinaro. La Polis che fondarono arrivava fino a Pizzofalcone. In seguito, per ragioni militari, la Polis si estese fino all’attuale centro storico, ecco che allora nasce il nome Neapolis, nuova città.
L’Ipogeo dei Cristallini e le sue origini
La parola Ipogeo indica una cavità sotterranea, per lo più adibita a luogo di culto o di sepoltura. Nella Neapolis(che faceva parte della Magna Grecia) di circa 2300 anni fa i greci ne costruirono in zone specifiche della città dove risiedono da secoli i deceduti napoletani. In quella che oggi è l’area dei Vergini, nel quartiere Sanità(via Cristallini, vico Traetta, via Santa Maria Antesaecula). In seguito si ha prima la creazione di catacombe (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) e poi l’utilizzo della grande cava come ossario(Le fontanelle). Tra gli ipogei risaltano quelli di cui ci occupiamo qui, situati sotto il vecchio palazzo del nobile di Donato. Questi, alla fine del 19esimo secolo le scoprì per caso intento a cercare acqua e tufo. Oggi è possibile accedere all’Ipogeo dall’interno del numero civico 133 a via dei Cristallini.
Un posto unico al mondo
Si tratta di una testimonianza archeologica che non ha eguali al mondo. Il sito di via dei Cristallini è formato da quattro tombe ricavate nel tufo, ognuna con ingresso indipendente. Ciascuna di esse era formata da due ambienti sovrapposti. L’anticamera era adibita ai funerali, da cui si accedeva al piano inferiore tramite scale e la tomba vera e propria era destinata a contenere il corpo del defunto.
I quattro ipogei scavati nella roccia sono contigui, con disposizioni leggermente diverse. Tuttavia, se a livello strutturale seguono lo stesso schema, hanno caratteristiche distinte l’uno dall’altro, il che li rende unici. La parte decorativa è rappresentata da colori molto vivaci ed effetti trompe-l’oeil molto delicati, imitando zone architettoniche e arredi lussuosi.
I quattro sepolcri
Nel primo (ipogeo A), il tempo e l’estrazione di pietra dal sottosuolo hanno molto danneggiato la struttura, lasciando intatto solo un bassorilievo. Il secondo ipogeo (B) custodisce un tesoro fatto di anfore, manufatti, urne, altari e affreschi. Qui il tempo sembra essersi fermato. Uno dei più suggestivi è il terzo ipogeo (C), che è intatto e nel quale si possono ancora ammirare decorazioni(una testa di Medusa e il gruppo di Dionisio e Arianna) e meravigliosi bassorilievi. La sua bellezza e il suo stato di conservazione lo rendono un vero e proprio gioiello. Infine il quarto (ipogeo D), le cui pareti contengono numerose nicchie usate per seppellire gli antichi romani. Anche i manufatti e i tesori rinvenuti all’interno sono di epoca romana, così come le iscrizioni in latino. In ogni ipogeo si trovano letti/ sarcofagi decorati e scavati nel tufo.
L’ambizioso progetto di restauro
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