La nostra Regione non smette mai di stupire. Nell’antica città della Magna Grecia di Velia, chiamata così dai romani, gli archeologi hanno portato alla luce resti di mura, di armi e di manufatti che appartenevano ai Focea. Scoperta che, come dice il direttore del museo che ha avviato gli scavi “accende una nuova luce su questa pagina affascinante della storia antica”. Anche il ministro della cultura Franceschini si congratula per l’ottimo lavoro svolto spronando a “continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo”. Queste le sue parole.
Il ritrovamento
Iniziati a Velia i lavori di scavo l’estate scorsa, non c’è voluto molto per portare alla luce un ritrovamento molto significativo. Gli archeologi hanno scoperto i resti del più vecchio tempio costruito in onore di Athena sopra l’Acropoli di Elea(Velia). Che siano i resti di un luogo di culto è attestato dalla scritta IRE(sacro) che si può leggere su alcuni manufatti. Le sorprese non finiscono qui. Ritrovati infatti alcuni elmi risalenti alla battaglia di Alalia (parliamo di circa 2500 anni fa) tra le truppe etrusche e cartaginesi (alleate) contro i profughi greci di Focea che si trovavano in Corsica. Il rinvenimento è frutto dell’ottimo lavoro svolto dagli archeologi interessati all’area di Paestum e Velia. Durante gli scavi sono stati trovati anche rovine di alcuni muri di case costruite in maniera molto rudimentale, della terracotta dipinta e frammenti di armi e armature.
I due elmi
Durante gli scavi, tra i frammenti di armi e armature ritrovati, vi sono due elmi che con molta probabilità risalgono alla famosa battaglia di Alalia che si svolse nella parte di mare compresa tra Sardegna e Corsica. I due copricapi estratti dal terreno sono stati inviati poi in laboratorio per essere puliti e analizzati. Ci potrebbero essere delle iscrizioni al loro interno, (molto comune nelle armature antiche). Tali iscrizioni saranno molto utili per conoscere la loro storia e magari anche l’identità dei soldati che li portavano.
La battaglia di Alalia
Può essere definita come la prima grande battaglia navale della storia. Lo scontro avvenne lungo le coste meridionale della Corsica, nello specchio d’acqua che all’epoca si chiamava mare di Sardegna. A darsi battaglia furono un gruppo di greci(Focesi) in fuga dall’Asia Minore e una coalizione formata da Carteginesi ed Etruschi. Il motivo del contendere era rappresentato dall’espansione dei commerci da parte della colonia greca a discapito degli Etruschi e Cartaginesi. A prevalere furono gli ellenici, anche grazie all’utilizzo di agili e veloci imbarcazioni chiamate pentecontere. Come si evince dal nome avevano 50 remi ma utilizzavano anche la spinta del vento. Se ne servivano i greci e i fenici. Di questa battaglia ne parla anche Erodoto nella sua opera storiografica chiamata le Storie.
In rotta verso il sud Italia
Nonostante avessero vinto la battaglia, i Focesi lasciarono la città di Alalia. Troppo mal ridotte le loro navi per poter affrontare una nuova guerra. Decisero allora di stabilirsi nel sud Italia, dove fondarono Elea(ribattezzata Velia dai romani) dopo aver comprato un pezzo di terra. Si dedicarono a ciò che sapevano fare meglio, ovvero il commercio. Si presume quindi che i resti del tempio(eretto in onore di Athena) e delle armi usate nell’epica battaglia(per far rimanere vivo il ricordo) servissero per ingraziarsi la dea. Il luogo di culto è molto grande, 18 metri di lunghezza per 7 di larghezza. Negli anni successivi ci fu prima una modifica della struttura e in seguito una ristrutturazione.