Nusco “Il balcone dell’Irpinia” e le sue prelibatezze culinarie
Il balcone dell'Iprinia, così come viene definito Nusco, è un borgo di Avellino che gode di un panorama mozzafiato e che vanta bellezze artistiche e gastronomiche.
La Campania è ricca di borghi meravigliosi e tra questi c’è da annoverare Nusco, il balcone dell’Irpinia.
Ci troviamo in provincia di Avellino, a 914 metri d’altezza sul livello del mare. Caratterizzato da terrazzate che digradano, vicoli e casette tradizionali, Nusco incanta ogni visitatore grazie ai suoi panorami invidiabili.
Il comune di Nusco è disposto tra due monti, Montella e Lioni ed è circondato dai fiumi Ofanto e Calore. Si tratta del terzo comune più alto della provincia di Avellino.
Cosa vedere a Nusco
Sono circo 5.000 gli abitanti di questo luogo dall’aspetto fiabesco che ha molto di cui vantarsi.
Spicca immediatamente all’occhio del visitatore il suo campanile di trentatré metri, eretto in memoria di Amato, vescovo di Nusco, le sui spoglie sono conservate al suo interno. La chiesa è formata da tre navate e risale al XIII-XIV secolo. Bellissimi sono gli affreschi settecenteschi presenti nella volta del coro e quelli più recenti trovati nella cripta riguardanti la Natività, originari del 1500 circa. La cripta è in stile romanico ed è considerato un vero e proprio “presepe celato” in cui la natività è rappresentata in maniera alquanto originale e rara: la Madonna infatti è completamente sdraiata e incinta e presenta una figura alquanto domestica e ha Giuseppe accanto a sé.
La cattedra del vescovo e la balaustra sono tipicamente barocche.
La cattedrale sembra quasi squarciare il cielo ed è visibile da ogni angolatura. Fa parte della concattedrale di Sant’Amato che comprende anche la torre con l’orologio del 1891.
L’abbazia di Fontigliano è stata invece edificata in epoca normanna e ristrutturata più e più volte nel corso degli anni. Custodisce una statua lignea della Madonna di Fontigliano del XIV secolo e la storia del luogo, dominato da svariati popoli.
Tempi addietro, accanto l’abbazia c’era l’Antiquarium, museo archeologico di reperti romani, soprattutto epigrafi augustei che attualmente sono custoditi al Museo dell’episcopio.
Il castello di Nusco si trova invece sulla cima di un monte. Costruito in età longobarda, periodo in cui era dimora di Guglielmo IX, ultimo duca di Puglia e di Manfredi, fu dimora di molte famiglie feudatarie napoletane. Saccheggiato nel 1799, venne distrutto poi dal terremoto del 1980. Attualmente della struttura vi rimangono le mura che sono frutto di intense ricerche archeologiche.
Passeggiando nel centro storico, si possono ammirare portali in pietra, balconi in ferro battuto, stemmi nobiliari, loggi, androni con cisterne, volte, archi, piazzette, edicole votive, vicoli fatti di ciottoli e gradinate. Insomma: un borgo in cui si respira l’aria di un passato incastonato tra le pietre.
Un’altra chiesa che vale la pena di menzionare è la Chiesa della SS. Trinità. Risalente probabilmente intorno al XI secolo, rientrava nel nucleo del castello. Al suo interno è presente un affresco tardo-medievale il cui soggetto è Gesù benedicente con la Madonna e gli Angeli e un altro del XVIII secolo che raffigura i santi Cosimo e Damiano.
Sulla sua facciata c’è una targhetta in pietra che riporta una frase latina omaggiante la SS.Trinità con accanto la data 1708. Tale precisazione potrebbe voler significare il fatto che il nome attuale della Chiesa è stato scelto recentemente in quanto in un primo momento si richiamava a Santa Maria Cita o Zita. Ciò sarebbe dovuto accadere in seguito ad una pestilenza che decimò la popolazione del posto nella metà del 1600.
Ma Nusco non è soltanto storia e lo dimostra il belvedere di Porta Molino e continuando su via Coste. Si può così ampliare lo sguardo dal Varco di Acerno ai monti vicino il Vulture, dall’Appenino lucano settentrionale a la Maiella.
La gastronomia di Nusco
Anche il palato vuole la sua parte e Nusco soddisfa grazie alle sue prelibatezze culinarie. Le sue specialità sono i primi piatti rigorosamente fatti in case. Squisiti sono gli gnocchi o “cicalucculi” come vengono chiamati dagli abitanti del posto, le tagliatelle o “lagane”, i ravioli.
C’è poi il “baccalà alla purtucaregna”, i “nucchitelli”, ossia le farfalle, i fusilli a ferretto, “patane e cucuzielli”, la maccaronara e i ravioli, “puzzientu”, cioè il cotechino, le “zerpole” o frittelle di baccalà, il gattò di patate.
Tradizionali sono anche le castagne del posto perché Nusco è famosissimo per la raccolta di castagne di Montella IGP.
Per addolcirci, non mancano la pastiera, le zeppole di San Giuseppe e gli struffoli.
Buona scoperta e buon appetito!
Fonti foto: comune. nusco.av.it, tabilia.com, siviaggia.it