Napoli e gli alpini. Un binomio che in pochi conoscono

Il corpo storico dell'esercito fu creato a Napoli nel 1872

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Antica capitale del Regno delle Due Sicilie, Napoli ha mantenuto intatto il fascino di città principale. Un viaggio in questa grande metropoli è un’esperienza di vita. Offre tantissimo sia dal punto di vista artistico, storico, architettonico che naturale. Affascinante, viva e con personalità, è difficile trovare parole che non siano state già dette per descriverla. Anche dopo l’unità d’Italia Napoli resta un posto dove si fa la storia.

Gli inizi

Gli alpini  hanno da poco festeggiato il loro 150° anno di servizio alla Patria e alla Comunità. Le celebrazioni. avvenute nel centro di Napoli, ricordano che il valoroso corpo è nato in città il 15 ottobre 1872. A firmare il  Decreto n. 150 fu il Re Vittorio Emanuele II. Furono 15 le  prime compagnie create, da quel momento in poi il numero dei soldati che fanno parte di questo corpo è aumentato di molto. Tanto da creare battaglioni e reggimenti, che per un secolo e mezzo parteciparono in prima linea a tutte le principali battaglie militari ma anche  come soccorso e protezione da calamità naturali. Oggi sono una moderna realtà multifunzionale in grado di operare in qualsiasi contesto.

I festeggiamenti a Napoli

I militari erano disposti in Piazza del Plebiscito, con sullo sfondo il Palazzo Reale, luogo di provenienza della Legione. Oltre ai militari  c’erano tutte le Bandiere di Guerra dei Reparti alpini e a vocazione alpina, il Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA), sul quale sono appuntate 209 Medaglie d’Oro al Valor Militare conferite ad appartenenti al Corpo, e tre compagnie in armi, rispettivamente del 9° reggimento alpini dell’Aquila (brigata Taurinense), 8° reggimento alpini di stanza a Venzone (brigata Julia) e del Centro Addestramento Alpino di Aosta, insieme a una congrua rappresentanza della Protezione Civile e dell’Ospedale da campo dell’ANA.

Le caratteristiche del corpo

Le caratteristiche di questo affascinante corpo speciale sono rimaste immutate nel tempo. Ci riferiamo alla capacità di vivere, muovere e combattere in montagna e in luoghi particolarmente freddi. Fare il soldato è duro, farlo in alta montagna e con climi estremi lo è molto di più. Per questo occorre restare allenati e pronti, per farlo si eseguono spesso grandi esercitazioni.

Furono 15 le  prime compagnie create, da quel momento in poi il numero dei soldati che fanno parte di questo corpo è aumentato di molto. Tanto da creare battaglioni e reggimenti, che per un secolo e mezzo parteciparono in prima linea a tutte le principali battaglie militari ma anche come soccorso e protezione da calamità naturali. Oggi sono una moderna realtà multifunzionale in grado di operare in qualsiasi contesto.

La prima battaglia

Alla fine del XIX secolo anche l’Italia venne colta dalla smania di conquistare territori in Africa. Cosa che facevano già le altre superpotenze dell’epoca, tutte bramose di cercare nuovi territori da annettere. Il “battesimo del fuoco” delle truppe Alpine si ha con la guerra di Abissinia. Per cancellare la cocente sconfitta dell’agguato di Dogali dove nel 1887 morì la gran parte dei soldati impiegati, il presidente del consiglio Francesco Crispi nell’inverno 1895/96, inviò in Etiopia un secondo contingente di Alpini e una batteria d’artiglieria da montagna come rinforzi dopo gli insuccessi dell’Amba Alagi e di Macallé.

Gli alpini oggi

Dopo le 15 compagnie create all’inizio, il corpo degli Alpini è aumentato nel corso degli anni. Oggi le Truppe Alpine sono formate da uomini e donne che provengono da tutte le regioni del Paese e costituiscono una delle eccellenze dell’Esercito Italiano. Sono utilizzate nella sicurezza internazionale e collaborano anche con la NATO. Durante tutto questo tempo resta immutato lo spirito e l’abnegazione(seria e generosa) per il proprio dovere. Le penne nere sono un mix di valori e generosità. Sono sempre in prima linea in caso di calamità, lo dimostra le loro numerosissime medaglie e decorazioni.

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