Luoghi magici e fiabeschi: la Casina Vanvitelliana
La Casina Vanvitelliana sorge su di un isolotto sul lago Fusaro e si presenta come un luogo dall’atmosfera magica e intriso di storia e cultura.
La Campania è un posto fiabesco e per vivere una favola, basta recarsi per esempio a Bacoli, dove si può ammirare la Casina Vanvitelliana, appunto, collegata alla terraferma tramite un ponte di legno (i più romantici saranno già in visibilio).
Curiosità
Erroneamente, si pensava che la struttura fosse la “Casa della Fata Turchina” del film “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini, causa la somiglianza di una costruzione simile nel Lazio, ma la bellezza della nostra Casina non poteva non essere presa in considerazione da altre pellicole cinematografiche ed infatti, compare nel film “Ferdinando e Carolina” di Lina Wertmüller, nel “Luca il contrabbandiere” di Lucio Fulci, nell’”Imbroglio nel lenzuolo” di Maria Grazia Cucinotta.
Il Lago Fusaro abbraccia la Casina, le sue acque sono salmastre e pullulanti di biodiversità (quindi Ferdinando IV di Borbone ci vide lungo!) e sui suoi fondali, sono stati raccolti tantissimi mitili.
In tempi antichi la laguna era considerata una palude infernale nata dal fiume Acheronte e si diceva che le sue acque donassero la fertilità.
Prima della costruzione del ponte il lago era raggiungibile solo tramite imbarcazioni e sempre grazie alle iniziative e agli interventi di Ferdinando IV le sue acque divennero più limpide!
Interno della Casina Vanvitelliana
In stile tardo barocco, l’opera si sviluppa su due livelli terrazzati e ha una forma poligonale.
Al piano inferiore si trova la “Sala circolare”, utilizzata per incontri conviviali e serate di gala, con camino in marmo verde, lampadario di cristallo e oro, tavolo rotondo al centro e vetrate che affacciano sul lago.
Al piano superiore poteva accedervi soltanto il Re ed infatti c’è il suo studio privato, una stanzetta di servizio e la “Sala delle meraviglie”, chiamata così per il suo aver custodito dei dipinti poi andati perduti.
Dalla terrazza del piano superiore si può continuare ad ammirare il paesaggio e, scendendo due gradini, ci si può sedere su delle panchine all’esterno e rilassarsi.
Carlo Vanvitelli, dunque, è riuscito ad unire la sobrietà delle linee con la pomposità barocca, andando incontro a quelle che erano le preferenze del Borbone.
Un po’ di storia
La sua data di nascita risale al 1782, quando il re Ferdinando IV di Borbone affidò all’ingegnere e architetto Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi Vanvitelli che progettò la meravigliosa Reggia di Caserta, la costruzione di una riserva di caccia e pesca reale.
L’architetto diede vita ad una struttura elegante a due piani, collegati con l’esterno tramite terrazzi e finestre.
La pace che vi si respirava, ha portato il luogo ad essere appunto un posto ove rifugiarsi in tranquillità e molti capirono quanto lì vi si stesse bene, come i musicisti Mozart e Rossini, i pittori Hackert, van Pitloo e Giacinto Gigante, l’imperatore Francesco II d’Asburgo – Lorena, insieme alla consorte, il principe e la principessa di Sassonia e il principe Metternich, lo zar Nicola I, con la zarina di Russia Alexandra Fedorovna, Vittorio Emanuele III di Savoia, il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ma anche Seneca.
Nel 1799, però, durante i moti rivoluzionari, la Casina reale venne saccheggiata e molti quadri scomparvero, come i quattro dipinti delle quattro stagioni realizzati da Philipp Hacke. In quel periodo, che diede tra l’altro vita alla Repubblica napoletana, i Borbone avevano appunto spostato i quadri dalle residenze di San Leucio alla Casina, in cui c’era anche un omaggio a Ferdinando IV, un dipinto a olio su tela “Ferdinando IV a caccia di folaghe nel lago Fusaro”, oggi visibile nel museo del Bosco di Capodimonte.
Concludendo, seppur oggi la Real Casina presenti qualche trascuratezza interna, conserva ancora tutto il suo fascino ed è meta di tantissimi turisti, campani e non.
Insomma: una favola ad occhi aperti!