L’antichissimo stadio Antonino Pio di Pozzuoli
Lo Stadio di Antonino Pio a Pozzuoli è uno degli stadi più antichi del mondo e uno dei primi in muratura. Scopriamone la storia
A Pozzuoli, o meglio, a Puteoli, su di una terrazza panoramica, nasce lo Stadio di Antonino Pio.
Lo Stadio di Puteoli era uno degli stadi più grandi dell’antichità. Costruito da Antonino Pio, per l’appunto, come omaggio al predecessore Adriano, suo padre adottivo, la struttura fu edificata in occasione degli “Eusebia“, i giochi quinquennali che si rifacevano a quelli di Olimpia, in Grecia. Questi giochi erano divisi in due aree: quella ginnica e quella musicale.
Ubicato ai margini dell’area urbana, ad occidente rispetto alla città di Puteoli, lo stadio è collocato su di una terrazza naturale da cui godere di uno spettacolare paesaggio.
Il monumento è di pianta rettangolare e misura 300 metri di lunghezza e 70 di larghezza. Ha dei lati brevi curvi e uno curvilineo. E proprio da quest’ultimo, c’era un varco a doppia cortina che serviva per l’ingresso degli atleti alla pista. Degli archi di pietra vulcanica che erano presenti, oggi vi rimangono soltanto i pilastri.
Gli spettatori invece, entravano dal fronte settentrionale diretti alla “cavea”, ossia alle scalinate su cui assistere agli spettacoli. La cavea era a sua volta suddivisa in tre settori: “l’ima cavea” per il pubblico più altisonante, “la media” per il ceto equestre e “la summa” per il popolo, nella parte più alta.
La pista è di terra battuta. Durante gli scavi, si è dedotto che ci sono stati tre fasi di rifacimento di questa.
Lo stadio era assiduamente frequentato, almeno fino agli inizi del IV secolo d.C., per poi essere abbandonato in seguito agli editti emanati da Teodosio. Seguì poi un’alluvione che coprì quasi interamente l’edificio e che portò al sollevamento del piano di calpestio in cui si costruì una villa. E ancora l’eruzione del Monte Nuovo che danneggiò ulteriormente il tutto, fatta eccezione per la parte più alta della cavea e dell’ambulacro che vennero annesse ad una masseria.
Dopo la realizzazione di Via Domiziana nel 1932, ci fu uno smembramento che l’ha tagliato in lunghezza.
Ma nel 2008, grazie a degli scavi finanziati dalla Regione Campania, il monumento ha rivisto finalmente la luce.
Questa tipologia di stadio è davvero molto importante come edificio dell’impero romano d’Occidente. Si tratta di uno dei pochissimi stadi conservati al mondo, quindi è una fondamentale testimonianza storica ed archeologica. E di uno dei primi esempi di stadi in muratura dedicati alle competizioni atletiche. Un qualcosa di unico per quei tempi.
E per celebrarlo, dal 23 al 25 luglio 2021, vi si sono svolti gli Eusebia per un weekend di teatro, musica, letteratura, sport e storia.
Organizzati dall'”Associazione Amartea”, questa prima edizione sarà seguita da altre con cadenza annuale.
Puteoli
Puteoli nacque nel 528 a.C. da un gruppo di esuli sami. Nel 421 a.C. i Sanniti la conquistarono e nel 194.C. divenne colonia romana. I Romani chiamarono il posto “Puteoli” per la presenza di sorgenti d’acque termo-minerali.
Il suo porto era un punto commerciale importantissimo, se non il più importante per i romani.
La città fu collegata da un’ottima rete stradale all’Urbe e alle altre città della Campania e le principali città dell’Oriente vi costruirono le proprie stazioni commerciali.
Successivamente, vennero edificati “Il Tempio di Serapide“, l'”Anfiteatro Flavio“, l'”Anfiteatro Minore”, il “Tempio di Augusto” e lo “Stadio Antonino Pio“.
Il declino iniziò dopo la costruzione del porto di Ostia nel 70 d.C. e con lo sprofondamento del litorale per il bradisismo. Gli abitanti decisero così di spostarsi nella parte alta della città che venne cinta dalle mura. Ma agli inizi del XVI secolo, ci furono diverse scosse che indussero le persone a trasferirsi oltre le mura. Si venne dunque a formare un borgo presso il mare fatto di tante piccole case di pescatori.
Nel 1538 un terremoto provocò la distruzione del villaggio di Tripergole, la terra si aprì e ne fuoriuscì del materiale da cui nacque una collinetta: il Monte Nuovo.
Diversi bombardamenti colpirono la città durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fu poi il viceré del Regno di Napoli, Don Pedro de Toledo a costruire i palazzi nel XVI secolo.
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