La storia della tradizione tessile di San Leucio
La tradizione tessile di San Leucio vanta una storia molto antica, risalente al Re Ferdinando IV di Borbone. Si suol dire, perciò, che i tessuti di San Leucio erano i favoriti dei Borbone!
San Leucio è una frazione di Caserta ricca di storia, rinomata per la magnificente tradizione della lavorazione della seta.
Il Belvedere di San Leucio è un complesso voluto per primo dal re Carlo di Borbone re di Napoli e di Sicilia.
Il borgo è custodito all’interno del Complesso Monumentale del Belvedere e riconosciuto dall’Unesco, insieme al Palazzo Reale di Caserta ed all’Acquedotto del Vanvitelli, Patrimonio dell’Umanità.
Il Belvedere, i suoi appartamenti, i giardini ed il museo, sono le prime opere volute dai re Borbonici allo scopo di creare una piccola comunità autonoma.
Fu già Carlo di Borbone, e in seguito Ferdinando IV, a volere fortemente questo esiguo consorzio, tanto da provvedere alla formazione lavorativa e artigianale dei giovani di San Leucio invitandoli a compiere viaggi all’estero, come ad esempio in Francia, per conoscere la nobile arte della tessitura. Solo in questo modo, questi potevano aspirare ad un lavoro presso gli stabilimenti reali! Il complesso di san Leucio, originariamente concepito come riserva di caccia, fu poi, sempre per volere dei Borbone, designata al nuovo utilizzo di colonia di setaioli.
L’intento principale, già precedentemente rincorso, era quello di creare una vera e propria città industriale in cui era prevista anche una formazione gratuita per gli abitanti.
Fu durante questi anni che si istituì la prima scuola dell’obbligo d’Italia femminile e maschile che prevedeva la specifica di insegnamento di materie professionali.
All’interno della città, per di più, venivano realizzate tutti i momenti del processo produttivo che constavano di 11 ore di lavoro, diverso rispetto alle città del tutto il resto d’Europa, nelle quali erano previste 14 ore di lavoro.
Proprio a tale scopo, solo per questa comunità, si decise di creare una colonia provvista di un vero e proprio statuto e di fondamenta sociali ed economiche opportune, uguali per tutti. Un modello industriale a tutti gli effetti, con un’indipendenza economica creata grazie alla lavorazione dei tessuti.
A coloro che lavoravano nell’industria della seta, spettava addirittura una casa. Le abitazioni erano edificate tenendo ben in mente tutte le regole urbanistiche dell’epoca in modo tale da essere più durature nel tempo, dotate per lo più di servizi igienici ah hoc.
Tuttavia vi era un vincolo ben preciso: era del tutto vietata la proprietà privata.
La produttività era assicurata da un bonus in danaro che gli operai riscuotevano in base alle competenze.
Inoltre, nonostante gli abitanti fossero liberi di abbandonare la colonia, questi erano scoraggiati nel farlo. Questo comportamento poteva infatti recare danno ad un’organizzazione ben strutturata come quella descritta, per questo motivo lo statuto prevedeva una clausola particolare, secondo la quale era sì possibile abbandonare il borgo, ma vi era il divieto di farne ritorno. Un altro modo per ostacolare l’abbandono del sistema era la riduzione al minimo delle liquidazioni.
Con gli anni, tutto ciò divenne una grande realtà. La fabbrica arrivò a livelli altissimi di fabbricazione bensì non riuscì mai a progredire economicamente.
Il lavoro, però, a San Leucio, gravitava esclusivamente intorno alla manifattura della seta, tanto sostenuta dal re.
Nel 1681 purtroppo, finì questo grande sogno reale. Il regno fu occupato dai sabaudi e annesso al Piemonte. Tuttavia, l’arte è sopravvissuta a questa dominazione, e anche al Regno delle Due Sicilie.
Purtroppo l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte del 1799, fu causa di sventure per la colonia, perché ciò avvenne proprio nel momento in cui si stava cercando di accrescerne la potenza con la costruzione di ulteriori edifici.
Infine, con l’Unità di Italia, tale progetto svanì, e il borgo di San Leucio fu, di conseguenza, inglobato nel demanio statale.
Oggi è possibile visitare gran parte delle bellezze conservate dal tempo all’interno del Museo della Seta, sito nel Palazzo del Belvedere, meraviglioso posto dove è possibile scorgere un panorama perfetto, alla vista di Capri. È possibile tutt’oggi vedere i macchinari del Settecento con i quali si tesseva la seta più famosa del mondo.
Attualmente questa tradizione è ancora viva, e le meravigliose creazioni tessili del posto adornano non solo le case campane, ma anche la Reggia di Caserta, la Camera dei Deputati, il Senato italiano e la Casa Bianca.
Foto di napoliartigianatoartistico.com