La rivalità secolare tra Amalfi e Salerno: un conflitto che ha plasmato la storia
L'invasione di Sicardo di Benevento nel 838 segnò l'inizio di una lunga faida tra le due città costiere
Le città di Amalfi (di origine romana) e Salerno (di origine greca), hanno avuto una storia di rivalità per secoli a causa di motivi economici, politici e culturali. Nel Medioevo, Amalfi era una delle Repubblica Marinare più potenti d’Italia. Salerno, invece, era una città di importanza religiosa, sede di un’importante università. Le due erano in competizione per il controllo del commercio marittimo e delle rotte commerciali. Un episodio storico, avvenuto nell’anno 838, ci offre una chiara spiegazione di questo antagonismo.
Una rivalità secolare
Le città di Amalfi e Salerno hanno avuto una storia di rivalità per secoli. L’episodio sicuramente che più ha segnato questa disputa è avvenuto nel 838, durante il medioevo. Fu in quell’anno che i Longobardi, sotto la guida del principe Sicardo di Benevento, invasero la pittoresca città marinara. Nel 1137 Salerno fu conquistata a sua volta da Amalfi, ma la rivalità tra le due città continuò anche nei secoli successivi. Nel 1243, Amalfi fu sottomessa a Federico II di Svevia mentre Salerno divenne la capitale del Regno di Napoli. Le due città continuarono a essere in competizione per il controllo della Costiera Amalfitana e i loro rapporti furono spesso caratterizzati da conflitti e scontri.
La rivalità tra Amalfi a partire dal XVI secolo
La rivalità iniziò a diminuire nel XVI secolo, quando le due città furono unite sotto il dominio spagnolo. Tuttavia, i rapporti tra loro rimasero sempre piuttosto tesi e si riaccesero nel XIX secolo, durante il Risorgimento italiano. Nel 1861, Amalfi e Salerno(ancora principato dopo quasi mille anni di conflitto) entrarono a far parte del Regno d’Italia e iniziarono a collaborare per lo sviluppo economico e sociale della Costiera Amalfitana. Tuttavia, la rivalità tra le due città non si è mai del tutto sopita, e ancora oggi è possibile trovare tracce di questo antico antagonismo.
Sicardo e i Longobardi
Il principe longobardo di Benevento, impossibilitato a conquistare i ducati costieri, si spinse a valutare la creazione di un sbocco sul Tirreno per stimolare l’economia interna del suo principato. La scelta cadde su Salerno, l’unico centro costiero tirrenico sotto la sua giurisdizione. Tuttavia, il popolo longobardo non aveva una tradizione marinara consolidata. Si decise allora di conquistare Amalfi. Furono trafugate numerose reliquie, tra cui quelle della martire Santa Trofimena e deportati un gruppo di amalfitani a Salerno. Per promuovere l’integrazione, Sicardo implementò una politica matrimoniale tra le due popolazioni e offrì generose donazioni. Gli studiosi concordano sul fatto che questa operazione mirasse ad appropriarsi dei prosperi commerci marittimi amalfitani dell’epoca.
Un principe spietato e violento
Molti invece pensano che gli amalfitani, soprattutto i migliori marinai, vennero deportati con la forza a Salerno. Ciò che rende questa situazione interessante è che, nonostante la conquista, la città non fu occupata. L’obiettivo era di sfruttare Salerno e trasformarla in una base per le attività commerciali amalfitane in quanto la città si trovava lungo le principali vie di comunicazione della regione, il che avrebbe sicuramente agevolato e potenziato il commercio.
L’operazione risolse due problemi in un colpo solo, eliminò gli avversari e migliorò le condizioni di Salerno. Con Napoli isolata, Amalfi sottomessa e Sorrento messa da parte, Salerno aveva ben poco da temere in termini di concorrenza. E così, la città conobbe nei secoli futuri il suo periodo di massimo splendore. Tuttavia, la violenza genera spesso una violenza ancora maggiore. Il principe Sicardo fu ucciso in una congiura organizzata proprio dagli amalfitani, da suo fratello Siconolfo e dal tesoriere Radelchi. Questi tre personaggi non a caso si spartirono l’antico ducato longobardo e, in cambio, restituirono l’indipendenza ad Amalfi. Da questo evento cruciale nacquero il Principato di Salerno e quello di Benevento.