La pineta di Paestum, un luogo creato dall’uomo ma soprattutto dalla natura
Si frappone fra la strada litoranea e la spiaggia. Al riparo della sua frescura, nelle ore più calde, è veramente piacevole consumare un pasto e rilassarsi
Sin da bambino, sin da quando ho memoria, ricordo la Pineta di Paestum come un luogo fresco, pulito, accogliente, sicuro. Chiudevo gli occhi e immaginavo che proprio in quel posto erano passati prima i greci dell’antica Poseidonia e poi i romani che la chiamarono Paestum. Pini e lecci la fanno da padroni, la fitta vegetazione fa si che il sole filtri dolcemente tra foglie e rami senza dare fastidio al turista che oziosamente cerca riparo dalla calura marina. La sabbiosa spiaggia salernitana, lunga oltre 12 Kilometri, che affaccia sul Mar Tirreno, è interamente costeggiata dalla suddetta e molto nota Pineta. Al suo interno, si ritrovano spesso piccoli punti di ristoro, colori che passano da un verde acceso ad un grigio melanconico, romantiche panchine di legno usurate dal tempo (e per questo ancora più caratteristiche) dove accomodarsi dopo una stancante passeggiata. Mare, sabbia, spiaggia, lidi attrezzati, Pineta, una pista ciclabile ed infine la strada dove le automobili non sfrecciano rapide ma si muovono “a passo d’uomo” poiché la zona su cui affaccia la boscaglia è abitata e trafficata (case, Camping, Hotel, etc.). Si tratta di un luogo naturale ben mantenuto, anche se un po’ più di accortezza da parte dei villeggianti non farebbe male. Delimitato, sicuro, centrale, un luogo speciale che esiste da tempo e che ci fa apprezzare ancora di più il Dono del Creato.
La sua flora
Analizzando l’estesissima boscaglia notiamo la presenza di elementi di macchia mediterranea e di leccio. La pineta non è una formazione spontanea ma il risultato della piantagione di due specie di conifere – il pino domestico (Pinus pinea) ed il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) – realizzata circa quarantacinque anni fa dal Corpo Forestale dello Stato per difendere le aree coltivate più interne dai venti salmastri giunti
dal mare. Di origine naturale è invece la presenza del leccio. Il sottobosco della pineta è molto rado e povero di specie poiché i pini sono troppo folti. Di conseguenza, la scarsità di luce solare, la resina dei pini e gli aghi, che
rivestono tutto il terreno, lo rendono sterile. Fanno eccezione le “chiarie”, zone
circoscritte in cui la maggior umidità e la penetrazione del sole permettono la crescita delle piante
autoctone, arboree ed arbustive.
La sua utilità
Dall’affanno delle compere, dalla folla di turisti soprattutto durante i tre mesi vacanzieri per eccellenza (Giugno, Luglio ed Agosto), dalla spiaggia troppo soleggiata e calda , si trova da sempre sicuro riparo nella Pineta di Paestum. Anche se, ad onor del vero, il Lungomare di tutta Paestum è costantemente deliziato da una leggera brezza marina. La pineta non è solo e semplicemente il luogo in cui ci si ferma per una pausa rigenerante o per leggere un libro nel silenzio delicato della Natura. Sin dagli Anni Ottanta (e forse anche da prima), la Pineta di Paestum è stata punto di riferimento per le scampagnate domenicali di Primavera. Soprattutto per la “Pasquetta”. Il Lunedì dell’Angelo (“Lunedi In Albis”), spesso capita ancora oggi di trovare il “tutto esaurito”. Si sa che sono soprattutto giovani e famiglie a prediligere cibo all’aria aperta e passeggiate. La pineta permette tutto ciò.
Oltre la pineta
Il colpo d’occhio dall’altro è delizioso: azzurro, verde, grigio, rosso, si nasconde una lunga spiaggia dove la sabbia morbida e il mare azzurro e cristallino insieme alla musica di sottofondo trasmettono un mix tra pace e allegria, regalandoci un panorama mozzafiato. La sua lunga (15 Km) e ampia spiaggia, bagnata dal mare del Cilento è una meta ricercata in estate. La spiaggia di Paestum è un alternarsi continuo di stabilimenti ben attrezzati e tratti di spiaggia libera. Di sera diversi stabilimenti si trasformano in ristoranti. La spiaggia è sabbiosa e il fondale scende molto lentamente. Ci si può addentrare per diversi metri prima che il livello dell’acqua aumenti troppo. Sono numerosi i cartelli che ricordano come comportarsi per non danneggiare le dune e la pineta. Quello che è stato creato con l’impegno dell’uomo, ma soprattutto della natura, va ora conservato per garantire un futuro culturale, turistico e quindi economico a questo bel tratto del Cilento.