La grotta di Magone: lì dove fu sepolto il fratello di Annibale

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Sono tantissime le leggende che ruotano intorno all’isola di Ischia.

Una di queste narra di un’enorme caverna scavata sul monte Epomeo, ricca di palazzi e giardini, dove sarebbero nascosti i tesori di sette re. L’accesso a questa sorta di città nascosta sarebbe la grotta di Magone, che si trova sul versante meridionale di Forio, chiamata probabilmente così in quanto vi fu sepolto Magone, il fratello di Annibale.

Chi era Magone Barca?

Magone era il più giovane dei tre figli di Amilcare Barca. Divenne generale cartaginese, agli ordini del fratello Annibale. Durante l’invasione dell’Italia, diresse l’agguato dei cartaginesi nella battaglia della Trebbia: inviato da Annibale a Cartagine in cerca d’aiuti, ebbe l’incarico di condurre le truppe non in Italia, ma in Spagna. Dopo aver vinto una serie di battaglie si riunì con i fratelli.

I Cartaginesi non seppero sfruttare il successo: infatti, Publio Scipione, il futuro Africano, sconfisse Asdrubale Barca. Magone si congiunse con Asdrubale di Giscone e, insieme, furono battuti a Ilipa. Rimasto da solo in Spagna, tentò in tutti i modi di contrastare l’avanzata romana, ma perse anche Cadice e si ritirò nelle Baleari. Si racconta che, dopo una serie di sconfitte, l’uomo si sia imbarcato a Savona per accorrere in aiuto della patria minacciata da Scipione, morendo sulla nave a causa di alcune ferite riportate in battaglia. Secondo un’altra tradizione, Magone sarebbe riuscito a ritornare in patria e a partecipare alla battaglia di Zama. Quando la guerra terminò, nonostante fosse stato cacciato dalla città dal fratello, riuscì a rimanervi. Allo scoppio della guerra tra Antioco III il Grande e Roma, cercò di forzare l’appoggio cartaginese al regno Seleucide. Espulso da Cartagine, sarebbe morto in un naufragio o ucciso dai suoi schiavi.

Questa versione non sembra riscuotere molto credito verso gli storici, però, in quanto sembra sia stata riportata da Cornelio Nepote il quale, probabilmente, confuse i personaggi.

Anche Francesco Petrarca, nel suo poema Africa, descrive la morte di Magone, attribuendogli un famoso lamento.

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