Il Pomodorino del Piennolo tra storia e leggende metropolitane
Sulle pendici del Vesuvio nascono i Pomodorini del Piennolo, uno dei prodotti più antichi della Campania. Tra cenni storici e leggende metropolitane, scopriamo una delle ricette più famose del mondo.
La regione Campania vanta tantissime eccellenze gastronomiche, dall’olio extravergine di oliva del Cilento alla maestosa mozzarella di bufala. Tra queste, uno dei prodotti più antichi è il Pomodorino del Piennolo.
Come sappiamo il pomodoro è un frutto sudamericano. Eppure il Piennolo nasce esclusivamente sulle pendici del Vesuvio. Ma com’è possibile ciò? Le stratificazioni di lava, figlie delle passate e numerose eruzioni, hanno reso il terreno ideale per la coltivazione di questo particolare prodotto. Il suo colore rosso ardente richiama proprio il magma del vulcano mentre la sua forma allungata ricorda vagamente una lampadina. Il sapore misto, tra dolce ed acidulo, è dovuto dalla densa concentrazione di sali minerali, zuccheri e altri solidi solubili presenti nel sottosuolo.
Raccolti tra luglio e agosto, i pomodori sono sistemati su un filo di canapa e sospesi in aria, così da comporre un unico grande grappolo a forma di pendolo. Da qui il nome piennolo, in lingua napoletana. Le sue bacche, che raggiungono i 25 e i 30 grammi di peso, presentano una buccia coriacea che permette loro una lunga conservazione.
Un pò di storia
Tra i primi a parlare del Pomodorino del Piennolo vi è l’entomologo Achille Bruni. Nel 1858, nel suo testo Degli ortaggi e la loro coltivazione presso la città di Napoli, racconta dei “pomodori a ciliegia”, definendoli “molto saporiti, che si mantengono ottimi fino in primavera, purché siano legati in serti e sospesi alle soffitte”.
Paride Palmeri, direttore della Scuola superiore di agricoltura di Portici dal 1880 al 1886 e dal 1897 al 1901 (attuale facoltà di Agraria), narra della pratica di raccolta e di conservazione delle bacche. Come dice l’autore “i pomodorini sono appesi in luoghi ombrati e ventilati”.
Ancora, Francesco De Rosa, professore della stessa Scuola di Portici, nel 1902 narrava della cerasella vesuviana e del suo metodo di conservazione. È stato il primo ricercatore a riportare, in maniera esaustiva, la tecnica di coltivazione dei pomodorini napoletani.
Miti e leggende
Napoli è avvolta dalle leggende metropolitane. Non poteva certamente mancare qualcuna sul Piennolo! Si racconta, infatti, che Lucifero creò il capoluogo campano rubando una parte di Paradiso. Il suo tocco, però, rese i terreni del posto aridi. Le lacrime di Gesù si posarono sulle pendici del Vesuvio, rendendo così il suolo fertile. Da qui nacquero i pomodorini del Piennolo.
Un’altra leggenda racconta che il viceré peruviano, per l’incoronazione di Federico IV, regalò a Napoli un pomodoro. Il re coltivò questo nel luogo più fertile possibile, ossia i piedi del Vesuvio. Il frutto sviluppò dunque caratteristiche organolettiche uniche: nacque il Piennolo partenopeo.
La ricetta degli spaghetti al pomodorino del piennolo
Gli Ingredienti per due persone:
- 200 gr. di spaghetti;
- 15/20 Pomodorini del Piennolo;
- 3 cucchiai di olio evo;
- 2 spicchi d’aglio;
- Basilico qb;
- Origano qb;
- Sale qb;
- Pepe qb.
La preparazione
Come primo step versare l’olio in una padella. Rosolare a fuoco lento gli spicchi d’aglio in camicia. Quando l’aglio è dorato, inserire i pomodorini tagliati a metà e far cuocere per 5/6 minuti. Aggiungere, quindi, un pizzico di sale. Intanto portare ad ebollizione l’acqua e salarla. Raggiunti i 100 gradi, calare gli spaghetti. Dopo 5 minuti, scolare la pasta e versarla nella padella col sugo, portando a termine la cottura. Aggiungere origano, basilico e pepe, quindi mantecare. Infine, guarnire con basilico e pepe.
Il piatto è servito!
Fonte foto: https://www.saporinostri.it