Il misterioso Scoglio Rovigliano, una volta conosciuto come Petra Herculis
Si trova nel golfo di Napoli ed è avvolto da numerose leggende
La bellissima Napoli è un luogo dove miti e leggende si intrecciano e fanno parte della cultura partenopea. Il mito più famoso riguarda sicuramente l’origine della città stessa. La sirena Partenope, delusa dal rifiuto di Ulisse (che resistette al suo canto melodioso) si lasciò morire schiantandosi contro gli scogli. La corrente la portò vicino l’isolotto di Megaride, dove oggi si trova Castel dell’Ovo(un altro luogo avvolto da leggende). Il corpo fu trovato da alcuni pescatori che la portarono sulla terraferma, appena approdati il corpo della sirena svanì e la forma della città prese le sue sembianze. La testa a Capodimonte e i piedi a Posillipo.
Petra Herculis
Nel Golfo di Napoli, tra Torre Annunziata(la vecchia Oplontis) e Castellammare di Stabia, allo sbocco del fiume Sarno, si trova una piccola isola ricca di storia. È la piccola isola di Rovigliano, più nota come Scoglio di Rovigliano. La sua conformazione geologica è simile a quella dei Monti Lattari. La teoria più attendibile è che l’isola sia la sommità di un’antica montagna sommersa in seguito allo scontro tra la placca africana con quella euroasiatica. Documentata(all’epoca di Plinio il Vecchio) inoltre l’esistenza di un tempio dedicato ad Ercole. Proprio in suo onore, lo scoglio fu chiamato Petra Erculis. Nel medioevo cambia il nome prendendo quello degli abitanti dell’isola in Insula Rubelliana e successivamente Rovigliano.
La sua storia
Nel V secolo vi troviamo i Benedettini, il cui convento di S. Michele Arcangelo di Rovigliano fu agli inizi del XIII secolo autorizzato da Papa Onofrio III a rispettare la Regola Forense. Un secolo più tardi iniziò un periodo di decadenza che culminò con la distruzione della cappella contigua. La torre fortificata e alta circa 20 metri, testimonia le difese per contrastare l’espansione turca. Beneficiò dell’impianto del convento. Carlo III di Borbone la ricostruì per difendere il Regno delle Due Sicilie dagli attacchi dei barbari. In seguito all’unità d’Italia fu venduta a privati divenendo Monumento Nazionale.
Il suo mito
La teoria più attendibile è che l’isola sia la sommità di un’antica montagna sommersa in seguito allo scontro tra la placca africana con quella euroasiatica. Documentata(all’epoca di Plinio il Vecchio) inoltre l’esistenza di un tempio dedicato ad Ercole. Proprio in suo onore, lo scoglio fu chiamato Petra Herculis. Si racconta che lo scrittore latino fosse interessato al bizzarro comportamento dei pesci del mare circostante. Si narra anche che proprio sull’isola trovò la morte a causa del suo volersi avvicinare al Vesuvio durante l’eruzione. Un’altra leggenda vuole che Ercole, di ritorno da una delle sue fatiche, vi si fermò per fondare le città di Ercolano e Stabia. Sarebbe stato lui a creare l’isolotto(per poter riposare) staccando un pezzo del monte Faito per poi gettarlo a mare.
Il fantasma di Donna Fulgida
Non poteva mancare la presenza di un fantasma, si tratterebbe del fantasma di Donna Fulgida, una nobildonna longobarda. Si racconta che quando i Longobardi invasero l’Italia meridionale, il contingente di soldati in arrivo a Torre Annunziata, era guidato dal conte Orso, sposato con la bella Donna Fulgida. Il conte, insieme alla moglie e al figlio Miroaldo trovò alloggio nel castello dell’isola di Rovigliano. Un giorno quattro navi saracene giunsero nel golfo di Napoli sconfiggendo l’esercito del conte, il quale fu ferito e impiccato. Suo figlio Miroaldo fu catturato e ridotto in schiavitù. Donna Fulgida,(che cercò di proteggere il marito con il suo corpo) trafitta da una lancia, morì sugli scogli. Si racconta che il suo spirito si aggiri ogni notte tra gli scogli di Rovigliano, cercando invano il marito e il figlio. Durante le apparizioni, uno stormo di gabbiani le volerebbe attorno in quella che sembra essere una danza inquietante.