Grumo Nevano e la leggenda della carrozza infuocata
Numerose e di tantissimi generi diversi sono le leggende che arricchiscono la tradizione campana; tramandate di padre in figlio, di generazione in generazione, hanno contribuito, nei secoli, a creare un’identita’ popolare unica e inimitabile. Tra le tante tipiche del territorio della provincia di Napoli, una menzione particolare la merita quella della carrozza infuocata di Grumo Nevano.
Un po’ di storia
Grumo Nevano è un paese situato nell’area frattese, vicino all’agro aversano, quasi al confine con Caserta e a 11 km di distanza da Napoli.
Come molti comuni dell’area nord è di origine osca (derivante, cioè, dal ceppo sannitico pre-romano) ed è composto da due frazioni, Grumo e Nevano, appunto, unite sotto il profilo urbanistico da circa due secoli e sotto quello amministrativo dal Novecento.
Il primo termine che ne compone il nome deriverebbe dal latino gurum, con il significato di “agglomerato” o “mucchio” (di case), mentre il secondo da praedium naevianum, ovvero “proprietà della gens Naevia“(una gens plebea di origine fenicia).
Grumo è menzionato in documenti a partire dal X secolo, mentre Nevano a partire dal 1308. Furono entrambi casali di Napoli, in seguito, con l’istituzione dei comuni in epoca murattiana, accorpati in un unico comune con il nome di Grumo, poi diventato Grumo Nevano dopo l’Unità d’Italia.
La leggenda
Secondo la leggenda, quando esistevano ancora le due frazioni distinte, il signorotto di Grumo e quello di Nevano erano in guerra tra di loro; il signore di Grumo, vedendo che la situazione non stava volgendo a suo favore, quasi certo della sconfitta, decise di scappare via dal paese. Durante la notte, quindi, ordinò di preparare la carrozza fuori dal palazzo ma, nel momento in cui uscì in strada, fu aggredito dagli scagnozzi del signore di Nevano e ucciso, insieme a tutta la sua famiglia. La carrozza fu data alle fiamme e i cavalli, imbizzarriti, cominciarono a galoppare per tutto il paese.
Da allora, si narra che, una volta all’anno, appaia una carrozza infuocata davanti al vecchio palazzo del signore di Grumo (attualmente in corso Domenico Cirillo) , raccogliendo le anime dannate di quell’antica famiglia e portandole in salvo, uscendo dal paese.