Leggende avellinesi: il drago di Montefusco
Può un drago, un animale così grosso e feroce, infestare un bosco dell’Irpinia?
È questa una delle leggende avellinesi più affascinanti che possiamo trovare nella zona di Montefusco. Nell’antico convento dei frati minori, infatti, erano indicati e conservati documenti dove si attestavano i beni posseduti dagli stessi frati: in uno di questi si racconta che, proprio in quell’edificio religioso, era sepolto l’uomo, l’eroe che ebbe la fortuna e il coraggio di uccidere un mostruoso animale presente nei boschi irpini.
La leggenda
Tutto parte dal “Bosco Pirotta”: la leggenda narra che fosse la zona abitata da un feroce animale; zona in cui nessuno osava avventurarsi. Ma chi era quest’uomo così valoroso e coraggioso da arrivare, con la sua sola forza, ad uccidere un mostro? Si dice che fosse un certo Antonello Castiglione, padrone del bosco infestato.
Il nobiluomo, nell’anno 1421, avrebbe combattuto il mostruoso animale con il solo aiuto della sua spada e del suo cavallo: una battaglia forte, cruenta, dove il Castiglione non solo dovette difendersi dagli attacchi della bestia, ma anche dai suoi aliti velenosi.
Fu anche grazie al pensiero divino verso i santi che l’uomo riuscì nell’impresa: sentì suonare le campane di una chiesa vicina, in occasione della festa di S.Vito, e proprio al Santo rivolse la sua preghiera, chiedendo forza e volontà per affrontare il drago malvagio. Fu, forse, grazie a questo che riuscì a dare il colpo di grazia alla bestia, che fu trasportata a Montefusco ed esposta in pubblica piazza, proprio in onore dell’eroe che era riuscito a sconfiggerla.
Ma se da un lato c’era la bestia uccisa, dall’altro c’era il valoroso guerriero: Antonello Castiglione non riuscì ad evitare di inalare (durante il combattimento) il veleno del drago e morì, infatti, poco dopo la sua eroica impresa.
Verità o illusione?
La leggenda, da molti, è considerata quasi un fatto certo, visto che il testamento del nobiluomo (il quale lasciò tutto il suo patrimonio al convento dei frati e dei canonici di S.Giovanni) ed alcuni documenti presenti presso la biblioteca della Curia di Benevento (dove è riportato lo stemma dei Castiglione) portano l’accaduto al di là di una mera e propria invenzione. Fino al XIX secolo, addirittura, il 15 giugno (giorno della battaglia finale) era solita tenersi una processione per l’intero paese di Montefusco in ricordo di tale avvenimento.
Mito o storia? Finzione o realtà? Non è dato a noi saperlo… ciò che è certo è che i boschi dell’Irpinia sono ricchi di leggendarie vicende, tutte da raccontare.