Cinque luoghi di culto in Campania

Un viaggio tra i centri di fede meno noti

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La Campania è ricca di storia, tradizione e folklore. Quando si visita si entra in contatto con un territorio ricco di siti archeologici, musei, antiche chiese e luoghi santi. Sono infatti tantissimi i luoghi di culto, tanto da generare un vero e proprio turismo religioso. Il tutto giustificato anche dal gran numero di Papi e Santi che ci sono nati. Qui ci occuperemo di siti poco battuti rispetto a quelli più noti.

Il Cristo rotto

Disteso su un tappeto di velluto rosso, balzano subito all’occhio le continue fratture. Il suo volto, con gli occhi chiusi, dà l’impressione come se stesse dormendo serenamente. Un capolavoro poco noto e di una bellezza unica. Scolpito in un unico blocco di marmo pregiato, è il Cristo Crocifisso di Michelangelo Naccherino, uno dei più importanti artisti trasferitisi a Napoli nel XVI secolo. Portato nella chiesa di San Carlo Arena a Napoli nel 1836(subito dopo la pandemia di colera) e posto sull’altare maggiore. Nel 1923 un grosso incendio distrusse sia la chiesa che la croce di legno che per secoli aveva sorretto la statua in marmo. Cristo cadde a terra e rompendosi in diversi pezzi. A raccoglierli fu un gruppo di credenti spinti dalla commozione e dalla fede. Questi due “ingredienti” uniti ad un lavoro certosino e stancante, permisero di ricomporre il Cristo.

Dove si trova

Seppur si tratti di un’opera dal grande valore artistico, la statua non riscuote quel successo che meriterebbe.  Di contro, un gruppo di pie donne, tutte le sere, accarezza quel corpo maltrattato recitando preghiere. Questo avviene nella chiesa, con una grande cupola, di San Carlo All’Arena, che si trova a via Foria, non lontana dalla centrale e piena di vita Piazza Cavour.

La badia benedettina della Santissima Trinità

Si può senza dubbio annoverare tra i monumenti della fede più spettacolari in Campania. Si trova a soli 3 km da Cava de’ Tirreni,  in mezzo ai monti Lattari. Fu costruita all’inizio dell’undicesimo secolo per volontà del nobile longobardo S. Alferio Pappacarbone. Questi, insieme a due compagni, si consacrò ad una vita da eremita, fatta di solitudine, preghiera e lavoro. Fino all’incirca alla fine del sec. XIII Alferio ha una serie di illustri successori, 11 dei quali, più il fondatore, sono stati riconosciuti santi o beati dalla Chiesa.

L’abbazia oggi

Il monastero oggi dispone di un patrimonio artistico e culturale non indifferente. I sacerdoti benedettini che vi risiedono da circa mille anni continuano il loro lavoro spirituale e culturale attraverso la preghiera e le numerose attività in cui sono coinvolti. Entrare nella cattedrale costruita nel 1761 è sorprendente, lo sguardo è rapito dalla luce e dalla bellezza. Nella cappella, che include la grotta di S.Alferio, dove visse e morì, si trova un reliquiario dove si trovano diversi Santi.

Liveri e il Santuario di S. Maria a Parete

Il Santuario si trova in provincia di Napoli, nel comune rurale di Liveri. Questo piccolo paese è situato al confine tra l’area metropolitana di Napoli e il Vallo di Lauro ed è noto soprattutto grazie alla chiesa dedicata a Santa Maria a Parete. Essa è situata in località Cavallerizza, nel posto dove, la Madonna si manifestò ad una giovane pastorella, tale Autilia Scala. La ragazzina trovò non lontano dal luogo dell’apparizione, un’immagine della Vergine tra due angeli dipinta su un muro. L’atmosfera che si respira in questo luogo, soprattutto all’interno della chiesa, è inebriante. La chiesa, facilmente visibile grazie all’ubicazione soprelevata sull’intera pianura, si collega alla strada grazie ad una particolare scala formata da 80 gradini in piperno. Nel Santuario si trova la pietra sulla quale la Madonna poggiava i piedi quando appariva.

La chiesa di Sant’Antonio e San Francesco e il botafumeiro

A Cava dei Tirreni, cittadina in provincia di Salerno, nella chiesa di Sant’Antonio e San Francesco. Si tratta del convento francescano di fine XV secolo.  Tantissime persone possono prendere parte alla “Cerimonia del lancio del Botafumeiro” (incensiere), ritenuto come il più grande al mondo. Il suo lancio e la relativa oscillazione, corrispondono al momento in cui la preghiera si eleva dal credente al Dio onnipotente e compassionevole. Il lancio dell’incensiere di Cava dei Tirreni si ispira ad un’antica usanza che si ripete nella Cattedrale di Santiago di Compostela, in Spagna. Il richiamo è al versetto del Salmo 141 di Davide. Con il suo aspetto imponente e tutto il suo splendore, domina la piazza di fronte. Gli interni sono eleganti e raffinati, le ampie finestre laterali sono molto luminose. Il convento dei Frati Minori possiede una famosa biblioteca, un presepe monumentale, un centro pastorale di accoglienza e una mensa per i poveri.

Il Santuario della Madonna dell’Arco

Siamo nel “Lunedì in Albis” del 1450, il “Lunedì di Pasquetta”, in Provincia di Napoli, nella odierna Santa Anastasia per la precisione. Un giovane era andato su tutte le furie per aver perso al gioco della “palla maglio” e scagliò con ira  una boccia contro una bella edicola votiva raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù. L’effige della Vergine era conosciuta come “Madonna dell’Arco” perché si trovava sotto un antico acquedotto romano. All’improvviso, dalla guancia sinistra della Mamma Celeste iniziò a sgorgare sangue e subito si gridò al Miracolo! Il livido sulla guancia sinistra dell’effige della Vergine col Bambino viene ancora oggi interpretato come un segno divino ed ha, inoltre, un forte significato mistico: Maria ha infatti il potere di alleviare o togliere i “lividi” che ogni fedele porta nel corpo o nell’anima. Oggi l’edificio religioso è composto dal Convento (dove vivono frati Gesuiti) e dalla Chiesa. Tantissimi sono gli ex voto che tappezzano il Santuario, conservati a partire dal 1400: se ne contano circa 8000 e di certo rappresentano la collezione più grande al mondo nel suo genere. Sono decisamente eterogenei: pezzi di auto, pistole, elmetti, proiettili, corde di barche a vela, strumenti diversi, etc.

 

Fonte foto: fanpage.it

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